“Il tifoso interista è abituato a soffrire ma non molla mai, non abbandona mai la barca nel momento del bisogno. Il tifoso interista è un innamorato cronico, un passionale, un sanguigno. Ha un carattere argentino. È fedele, appassionato, nel bene e nel male. Ma è anche esigente, così come brillante, intelligente e ironico”. (Javier Zanetti)
“L’Inter non ha vie di mezzo: o sta sulla luna o va nel pozzo!”. (Giovanni Trapattoni)
“Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere il tuo entusiasmo”. (Winston Churchill)
“La più grande prova di coraggio è sopportare la sconfitta senza perdere il cuore”. (Robert Green Ingersoll – avvocato statunitense)
L’INTER È IN CRISI O SI RIALZERÀ?
Diciamolo: l’Inter non sarà vincente, forse non riuscirà ad entrare in Champions League, ma farà comunque un campionato positivo. Era sbagliato celebrarla come protagonista nei primi tre mesi del campionato, sarebbe sbagliato ora drammatizzare le otto/dieci partite senza vittorie.
SPALLETTI BIFRONTE AL CENTRO DELLE VALUTAZIONI
Non stupitevi. Ricorderete che fin dall’estate avevo pronosticato (aspramente?) che non si poteva prevedere l’Inter per i primissimi posti. Il motivo fondamentale? Luciano Spalletti, l’allenatore, è bravo, anzi in teoria sa tutto, ma in pratica, purtroppo, è un abituale perdente.
IN TEORIA LECTIO MAGISTRALIS, IN PRATICA…
Basta sentirlo parlare: sembra che tenga, ogni volta, una lectio magistralis all’università. In cattedra merita la laurea ad honorem, in campo non riesce mai a vincere. L’ho detestato per come affrontò e poi gestì, nella Roma, i problemi con Francesco Totti, in ossequio agli ottusi indirizzi del presidente americano.
Altri due limiti importanti: le difficoltà nei rapporti con i giocatori e le bizzarre, ricorrenti invenzioni (per dimostrare di essere il più bravo?), nella tattica e nelle scelte di alcuni giocatori: tra le ultime, la rinuncia a Yuto Nagatomo e l’ostinazione su Ivan Perisic e Davide Santon.
ICARDI, INCREDIBILI BISTICCI
Lo spogliatoio non è compatto, incredibile il bisticcio (sui telefonini!) tra Perisic, Mauro Icardi e Marcelo Brozovic. L’Inter è partita forte, addirittura è arrivata al primo posto. Ma è stata esaltata a occhi chiusi: quasi sempre ha giocato male, spesso ha avuto fortuna. Ora, da dieci partite non riesce a vincere: neanche col Pordenone, la Spal, il Crotone.
SONO LEGATO ALL’INTER DI PELLEGRINI
Qual è la verità? Sono legato all’Inter: ho conosciuto il vecchio Angelo Moratti, stimo i suoi figli, ho adorato la splendida Inter di Ernesto Pellegrini, ho ammirato i trionfi di José Mourinho. Perciò mi spiace per i tanti amici nerazzurri. L’Inter è da alta classifica, non da primi posti. E non sarà Spalletti – lui stesso si è definito “indifendibile” – a fare miracoli.
IL MIO GENOA NON È PIÙ PERDENTE?
Il problema – se problema, filosoficamente, è – di vivere da perdenti, è un tema esistenziale e affascinante, non solo nel calcio. Noi genoani, nel calcio (oggi scrivo di questo) lo sappiamo bene: siamo quasi sempre perdenti, ma orgogliosi di esserlo perché ci battiamo con tutte le forze, nell’illusione di riuscire a non esserlo. Ogni tanto c’è qualche tregua. In questi giorni se ne è delineata una: ieri sera abbiamo battuto la Lazio contro ogni pronostico e siamo volati in alto – si fa per dire – in classifica. Ben sette punti in più, sulla zona retrocessione. Ma il campionato é lungo, ci sono ancora quindici partite da giocare, quarantacinque punti in palio. Ho visto contro la Lazio una bellissima squadra, riorganizzata e compattata dall’allenatore Ballardini. Durerà? Che genoani saremmo se non vivessimo sempre con ansia, in bilico fra gioia, rara, e panico, abituale, appostato dietro l’angolo?