Dieci punti in piu’ dello scorso anno dopo otto giornate di Serie A. I numeri non dicono tutto, ma indicano una via, facendo intendere che la strada intrapresa dall’Inter sia quella giusta, per crescere e magari sognare in grande dopo una stagione balorda. ‘Stiamo facendo il nostro campionato, se poi riusciamo a puntare allo scudetto meglio – ha commentato oggi pomeriggio Massimo Moratti, all’ingresso negli uffici milanesi della Saras – chiaro che pensiamo di voler far bene, mi sembra che stiamo migliorando partita per partita. Mi piace la continuità e la capacità della squadra di cambiare durante la gara per adattarsi all’avversario, cercando di capire le sue armi per poi rispondere. Vedo unità tra allenatore e giocatori e uno spirito molto bello’.
A queste sensazioni positive si aggiunge una classifica che rispecchia il buon andamento e che nell’ultimo turno ha visto l’Inter rosicchiare tre punti al Napoli, rafforzando la terza piazza in coabitazione con la Lazio. La vetta resta lontana quattro lunghezze, in attesa di uno scontro diretto contro la Juventus che arrivera’ il 3 novembre, non prima di aver affrontato Partizan, Bologna e Sampdoria. La quarta vittoria consecutiva, con la porta imbattuta al Meazza (non accadeva dal 18 marzo), e’ un’iniezione ulteriore di fiducia in un gruppo al quale continua a mancare un pizzico di qualita’ ma non la necessaria determinazione. Proprio la scarsa maestria nel tocco degli uomini che agiscono a centrocampo, contro un Catania che di piedi buoni ne ha in abbondanza, ha portato i nerazzurri a costruire i propri successi con la difesa del risultato e non con la ricerca del colpo del ko, un punto di forza che aveva caratterizzato l’Inter nel derby e in diverse trasferte di questa stagione.
E’ il prezzo da pagare per dare maggiore equilibrio ad una squadra che senza Sneijder perde un abile cesellatore e si affida a martelli quali Gargano o Mudingayi, oltre al cervello di Cambiasso. Quando l’olandese tornera’ a disposizione (per ora ha concluso il periodo di rieducazione negli Stati Uniti) a fargli spazio sara’ uno dei centrocampisti oppure un attaccante, a seconda delle necessita’. ‘Mandiamolo in campo e vedrete che fara’ bene, da qualche parte riusciremo a metterlo’, ha sentenziato Moratti, ma gia’ l’anno scorso l’Inter chiuse la striscia di sette successi consecutivi a cavallo tra il 2011 e il 2012 proprio con il rientro da titolare del numero 10 (sconfitta a Lecce contro una futura retrocessa). L’ultima evoluzione di Stramaccioni, che dall’inizio dell’anno ha modellato piu’ volte la squadra a seconda delle esigenze, potrebbe riguardare proprio l’olandese. Per adesso l’obiettivo e’ dare minuti alle seconde linee giovedi’ sera contro il Partizan, chissa’ che non vengano fuori candidature importanti in ottica Bologna.
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