Ad Antonio Conte ‘e’ andata bene’: lo aveva dichiarato ieri Piero Sandulli, membro della Corte di Giustizia federale che ha respinto il ricorso del tecnico Juve nel processo d’appello al Calcioscommesse. L’intervista potra’ costare all’avvocato romano, oltre agli strali juventini, una sanzione della commissione di garanzia della giustizia sportiva. Intanto il senso di quella frase e’ stato confermato e chiarito dalla motivazione della sentenza, pubblicata oggi.
Per la Corte federale, nel caso di Albinoleffe-Siena si poteva ipotizzare addirittura illecito sportivo, perche’ Conte escluse dalla rosa (‘senza poterne motivare il perche”) Mastronunzio, che aveva detto no alla combine.
Le 13 pagine di motivazioni della sentenza con cui e’ stata confermata la squalifica di 10 mesi mesi inflitta dalla Disciplinare all’allenatore confermano la credibilita’ dell’accusatore Carobbio: non in toto, ‘ma non si puo’ neanche definire un mitomane’. E aggiungono pesanti considerazioni sul ruolo del tecnico allora al Siena. Le motivazioni fanno da sfondo alla guerra dichiarata da Conte e dalla Juve alla giustizia sportiva (‘giudici tifosi contro di me’). Alla quale risponde indirettamente Petrucci: ‘Basta attacchi ai giudici e alla giustizia sportiva’, la netta presa di posizione del presidente del Coni. ‘Nelle ultime settimane ho assistito ad esibizioni muscolari che ancora una volta hanno mostrato il lato peggiore di uno sport che non merita tali mortificazioni. Occorre rispettare i giudici, gli arbitri e quanti sono preposti al rispetto delle regole’, le parole di Petrucci, il cui pensiero evidentemente oltre che ai dirigenti Juve e’ andato anche alla polemiche Napoli dopo la Supercoppa.
Intanto le motivazioni della Corte saranno oggetto di studio per il ricorso Juve al Tnas. La responsabilita’ di Conte, per i giudici d’appello, in merito ad AlbinoLeffe-Siena ‘poteva essere diversamente valutata, nella sua gravita’, sia dalla Procura, che dai giudici’ di primo grado ‘e poteva configurare ‘una fattispecie diversa e piu’ grave di incolpazione’ rispetto all’omessa denuncia punita. In sostanza, un vero e proprio illecito nel quale Conte avrebbe avuto ruolo attivo. Per questo motivo la pena e’ rimasta immutata nonostante la cancellazione dell’incolpazione in merito a Novara-Siena.
A convincere i giudici della colpevolezza dell’allenatore campione d’Italia e’ il fatto che il vice di Conte ‘Stellini ha confessato la propria partecipazione all’illecito di cui e’ argomento’.’Circostanza, quest’ultima, molto significativa – riconosce la Corte – atteso che Stellini e’ un fidato collaboratore di Conte e che suona come conferma del fatto che Conte fosse pienamente consapevole dell’accordo illecito’. Ma non solo. Ci sono anche le dichiarazioni del pentito Filippo Carobbio, che per la Corte non merita ne’ ‘l’etichetta di ‘bugiardo incallito’ ne’ quella di soggetto di "assoluta credibilita’, come affermato dalla Disciplinare’, ma ‘le sue dichiarazioni devono essere valutate oggettivamente prescindendo da quello che sembra un vero e proprio preconcetto, nel bene e nel male’. La Corte evidenzia infatti ‘la contraddizione’ con cui i legali di Conte da una parte affermano ‘che la magistratura di Cremona ritiene Carobbio un soggetto che non merita la qualifica di collaboratore perche’ rende dichiarazioni che sono un mix tra verità e fantasia’ dall’altra sostengono ‘che Carobbio avrebbe parlato del coinvolgimento di Conte al fine di ottenere una derubricazione delle accuse penali nella piu’ benigna ipotesi della frode sportiva’.
E proprio Carobbio racconta di un ulteriore momento, rispetto quello che vede coinvolto Stellini dopo la partita d’andata, in cui e’ stato affrontato il tema dell’accordo finalizzato a far vincere l’AlbinoLeffe: la riunione nello spogliatoio prima di Ascoli-Siena. Secondo il pentito, Conte ‘richiamando gli accordi gia’ avviati con i calciatori dell’AlbinoLeffe in occasione della gara del girone di andata, nel mostrarsi favorevole ad agevolare la vittoria dell’AlbinoLeffe, invito’ i propri calciatori a confermare l’adesione o a chiamarsi fuori dall’accordo’. L’unico a dissociarsi sarebbe stato l’attaccante Mastronunzio, che da ex, avrebbe preteso un analogo trattamento per l’Ascoli, in lotta per non retrocedere proprio con la squadra lombarda. Motivo per cui Conte non lo avrebbe piu’ convocato. ‘La predetta decisione (della quale, peraltro, Conte non ha fornito, in sede di audizione davanti alla Procura Federale, motivazioni credibili) – scrivono i giudici – poteva in effetti essere oggetto di valutazione anche in termini di contributo causale idoneo e finalizzato all’alterazione della gara, efficiente rispetto all’accordo gia’ raggiunto mediante un’attivita’ posta in essere fin dal termine della gara di andata’.
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