‘Se tornassi indietro di 20 anni sicuramente non lo rifarei, cosi’ come non auguro ai miei figli di prendere il mio posto in futuro’. Il 10 giugno Massimo Cellino festeggia i 20 anni da presidente del Cagliari ma e’ una ricorrenza amara per il patron rossoblu’, che ad appena 36 anni, nel giugno del 1992, acquisto’ il Cagliari dalla famiglia Orru’ (inizialmente con i fratelli Giorgio e Alberto e la sorella Lucina, poi usciti dalla societa’).
Provera’ a dimenticare la delusione che prova in questi giorni per la vicenda stadio martedi’ prossimo, quando con i suoi ‘Maurilios’ si esibira’ a Bruxelles per un concerto di beneficenza. Ma nel frattempo Cellino confida tutta la sua amarezza: ‘Pensavo di festeggiare i 20 anni con l’inaugurazione dello stadio nuovo, ed invece oggi non so neanche dove giocheremo. Devo comunicarlo alla Lega entro il 20 giugno, scegliero’ ancora Trieste in attesa che sia pronto l’impianto di Quartu, dove abbiamo iniziato i lavori per rifare il manto erboso, ma ci sono un sacco di cose da fare in pochissimo tempo’.
Gli brillano gli occhi solo quando pensa al ‘gioiello’ realizzato ad Assemini, dove e’ sorto uno dei migliori centri sportivi in Italia, ma si sente frustrato per non essere riuscito a costruire lo stadio privato che nelle sue intenzioni sarebbe dovuto essere il primo in Italia. ‘Quando ho comprato il Cagliari – ricorda Cellino – si allenava al Poetto in un campaccio. Volevo rimetterlo a posto, ma mi avevano detto che c’erano grandi progetti su quei terreni. Allora io ho costruito un centro sportivo fuori Cagliari, ma in 20 anni quella zona e’ ancora abbandonata e nel frattempo hanno rovinato anche la spiaggia’.
Cellino attacca il Comune di Cagliari su tutti i fronti. ‘Possibile – si chiede – che con l’amministrazione di Quartu abbiamo trovato un accordo in 20 giorni e con quella di Cagliari non ci siamo riusciti in 15 anni? Ora per tre anni saremo a Quartu, poi si vedra’ se mai riusciro’ a costruire questo stadio che non mi vogliono far fare. Ho speso un sacco di soldi a Elmas, potevamo avere lo stadio privato prima della Juventus, ma mi hanno bloccato tutto e pure denunciato alla Procura’. ‘Il Sant’Elia sta cadendo a pezzi – aggiunge – e il Comune continua a buttare soldi cercando di rattopparlo. (Il sindaco di Cagliari Massimo) Zedda sta sbagliando perche’ non danneggia me, ma la citta’, la squadra, i tifosi. Domani lui ed io chissa’ dove saremo. Ma il Cagliari e la citta’ ci saranno sempre. Questo non hanno capito, stanno facendo solo danni’.
In 20 anni ha cambiato 34 allenatori (compresi molti ritorni, da Mazzone a Ballardini), portando in Sardegna mostri sacri come Trapattoni o scoprendo talenti come Allegri, panchina d’oro e scudetto col Milan dopo aver esordito in A col Cagliari Ora pero’ Cellino ha quasi voglia di esonerare se stesso. ‘Dopo 20 anni non ce la faccio piu’ – rivela -, mi hanno fatto passare la voglia, ho speso un sacco di soldi per lo stadio e ora mi trovo tutti contro, dal sindaco di Cagliari che mi ha pignorato 2,8 milioni per un vecchio debito della societa’ che i miei predecessori non hanno mai pagato, ai tifosi che hanno fatto una class action per chiedermi i danni per Trieste’. ‘Ma la colpa non e’ di Cellino, non e’ del Cagliari. Perche’ se la prendono con me se il Sant’Elia sta cadendo a pezzi e non me lo fanno rifare e il Cagliari non sa dove giocare? Io dagli abbonamenti ho incassato 740 mila euro ma ne ho spesi 800 mila per portare i tifosi in aereo a Trieste’, conclude.
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