Dalla conferenza stampa della vigilia di Siviglia-Juventus, valida per l’ultima gara della fase a gironi di Champions League, all’incontro con 18 giornalisti d’eccezione. Giornata particolare per il portiere della Juventus e della Nazionale, intervistato nella sala stampa del Media Center di Vinovo da diciotto Junior Member, piccoli tifosi bianconeri che hanno vestito per un giorno i panni dei cronisti, intervistando il capitano. Federico, di 8 anni, ha chiesto cosa si guarda nell’attaccante prima di scegliere il lato su cui buttarsi: "un po’ si capisce dalla postura, anche se gli attaccanti piu’ forti celano fino in fondo le loro intenzioni", dice Buffon che poi racconta: "avrei voluto fare l’insegnante di educazione fisica se non fossi diventato calciatore". Non pensava di fare il portiere, e’ diventato uno dei migliori della storia.
"Ho iniziato a giocare a sei anni e scelto di stare in mezzo ai pali verso i dodici: solitamente un ruolo come questo si decide prima". Dal passato al presente: "i momenti difficili per un giocatore arrivano quando non senti piu’ dentro il fuoco sacro della competizione. Se non ti emozioni per la vigilia, non ti sale l’adrenalina, forse e’ il momento di pensare a smettere. Per fortuna a me questi momenti sono capitati di rado, le partite sono tante e ravvicinate ma ogni volta ti sale un entusiasmo che nemmeno tu sai spiegare".
Ecco perche’, a chi gli chiede se voglia diventare allenatore o dirigente in futuro Buffon risponde di non avere preso nessuna decisione: "questo e’ il lavoro piu’ emozionante del mondo, smettere mi costera’ fatica. Per ora penso a giocare, quando sara’ ora spero di avere le idee piu’ chiare. Di certo mi piacerebbe restare nel mondo del calcio, che conosco da una vita: ho vissuto tante belle esperienze che possono rivelarsi utili per chi vorra’ disporne".
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