Dalla Premier alla Premier passando per le due sponde di Milano. Mario Balotelli lascia di nuovo l’Italia. Fuga dai suoi detrattori o nuova chance che sia, quella del Liverpool sara’ la quarta maglia da indossare, un piccolo record a 24 anni per un giocatore accreditato di talento da star assoluta ma sempre in bilico tra esplosione e fallimento. Di fatto, dopo solo un anno e mezzo, Balotelli ‘tradisce’ la sua autentica passione, quella per i colori rossoneri, e torna nella ‘sala giochi’ del massimo campionato inglese. Questa volta a puntare sul Peter Pan del calcio italiano non e’ il Manchester City ma il Liverpool del vecchio Steven Gerrard che, per dimenticare ‘El Pistolero’ Suarez, ha deciso di riportare Oltre Manica l’attaccante azzurro protagonista da sempre piu’ del gossip mediatico che in campo.
Domare il ragazzo e far sbocciare davvero l’attaccante, definito da tutti fortissimo ma ancora calcisticamente incompiuto, sara’ questa volta compito di Brendan Rodgers. Il tecnico dei Reds come lo stesso nuovo Ct dell’Italia Antonio Conte sara’ chiamato a riuscire dove, invece, hanno fallito i vari Mancini, Mourinho, Allegri e Prandelli.
Oltre ai 20 milioni e all’ingaggio per portare super Mario nella citta’ dei Beatles, il club inglese piu’ titolato dopo il Manchester United si accollera’ anche il rischio delle celebri ‘Balotellate’ e dei tweet incontenibili, del genere di quello in cui quest’estate fa finta di sparare con un fucile contro i suoi detrattori. Una serie innumerevoli di sbandate e occasioni perse – tra polemiche social e insuccessi sul campo – che lo hanno costretto a lasciare le sue rispettive squadre.
Prima l’Inter di Mourinho, poi il Manchester City di Mancini e ora il Milan, la sua squadra del cuore, con il patron Berlusconi che non ha mai nascosto di non sopportare le sue ‘cadute’ fuori e dentro il campo, senza dimenticare le critiche tecniche sulla poca voglia di ‘Balo’ di giocare vicino alla porta. Il tutto per la gioia del suo celebre manager, Mino Raiola, lo stesso dei ‘mal di pancia di Ibrahimovic, sempre pronto a trovare nuovi estimatori per SuperMario. Finito nella top ten dei ‘Bad Boy’ stilata da France Football, Balotelli proviene soprattutto dal fallimento azzurro e da tutte le polemiche legate alla precoce eliminazione ai Mondiali in Brasile: la lite con i ‘veterani’ azzurri e i suoi tweet da Mangaratiba (”non sono io il responsabile di questo, i fratelli neri non mi avrebbero scaricato”) hanno tracciato un solco col calcio italiano, oscurando persino un passato di ‘balottellate’. Ora si rituffera’ in un campionato che lo ricorda come catalizzatore dell’attenzione mediatica dominata dai ‘Tabloid’.
Una immagine che forse sintetizza piu’ di tutte la prima avventura inglese dell’attaccante nato a Palermo 24 anni fa, e’ quella in cui ai tempi del City mostra una maglietta dopo un gol nel derby di Manchester con su scritto ‘Why always me?’ (‘perche’ sempre io’) in riferimento alle critiche piovutegli addosso dopo la notizia che lo vide protagonista dell’incendio della sua casa. Talento discusso capace di incendiare gli animi, ma anche di commuoversi all’improvviso come accaduto la scorsa stagione a Napoli dove, una volta sostituito, scoppio’ a piangere perche’ non sarebbe riuscito a dedicare un gol alla figlia Pia nata in quella citta’. A provare a far i ‘padri’ calcistici con lui – che nella sua infanzia ha vissuto un vero trauma con i genitori – hanno provato in tanti, e altrettanti hanno rinunciato. ”Fortuna che all’estero ancora mi apprezzano”, fu uno dei tweet della discordia dopo la disfatta mondiale. Segno implicito che in Italia era difficile rimanere.
Nonostante i complimenti di Inzaghi e le rassicurazioni di Galliani, suo ‘sponsor’ tecnico al Milan, la logica conclusione del suo ennesimo addio, forse il piu’ doloroso, era nell’aria gia’ da tempo. Ora lo attende una nuova sfida a Liverpool, citta’ famosa per la musica e ultimamente anche per i morsi di Suarez. Di sicuro, anche Balotelli fara’ parlare di se’.
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