E se anche la Locride si organizzasse seriamente per dare vita al “Turismo delle radici”? Su questa modalità si sono, in questi giorni, accessi i riflettori, grazie a un’iniziativa dell’Università della Calabria che ha ripreso questo progetto che fa parte di una strategia integrata per la ripresa del turismo nell’Italia post Covid.
Un turismo – spiega la Gazzetta del Sud (ed. Reggio Calabria) – che punta all’investimento nei borghi antichi grazie anche al Pnrr. Nella sostanza propone un vasto raggio di offerte turistiche mirate soprattutto al coinvolgimento del grande numero di oriundi italiani sparsi nel mondo. E quale territorio più della Locride ha vissuto il dramma dell’emigrazione negli anni del dopoguerra e può quindi vantare numeri molto rilevanti di emigrati o loro discendenti, che sarebbero felici a riscoprire i luoghi delle origini loro o dei propri avi?
Il cronista della Gazzetta del Sud (ed. Reggio Calabria) ricorda quando alcuni esponenti dell’Associazione dei Calabresi di Buenos Aires ebbero a promuovere visite in loco alla ricerca di tracce di loro familiari arrivando a consultare anche gli archivi dei Comuni per avere notizie ufficiali.
Insomma opportunità da cogliere subito con la consapevolezza di avere la fortuna di un territorio per certi versi meraviglioso, ricco di tante risorse, che può trovare uno slancio notevole accogliendo una iniziativa progettuale tanto importante qual è, appunto, quella del turismo delle radici.