Importazioni di caffè come materia prima +8%, e aumento delle esportazioni di prodotto lavorato con un +14,6%. Sono i numeri del caffè espresso italiano che ha presentato la propria candidatura a Patrimonio immateriale dell’ Umanità Unesco.
Michele Monzini, presidente del Consorzio Promozione Caffè, al quotidiano economico Italia Oggi spiega: “È la richiesta di riconoscimento di un rito, quello del caffè espresso, tutto italiano. Pur nella diversità di interpretazione da Nord a Sud, il caffè che si prende al bar a Milano è diverso da quello di Treviso a sua volta differente da quello ristretto di Napoli. Ma per tutti c’è il rito, della colazione, della pausa a lavoro, del dopo pranzo”.
“Ci sono diversi modi di intendere l’espresso italiano, diversità tra aree e da regione e regione. A Nord est è fruttato e profumato, quello napoletano è intenso e cortissimo. Ma uguale è il rito, tutti intorno a una tazzina. Siamo diversi ma uniti nel rito. Il riconoscimento di un rito di piacere – conclude Monzini -, socialità, identificazione, che ci viene riconosciuto, e mi permetto di dire con orgoglio, copiato, in tutto il mondo”.