A seguito dei fatti accaduti il 6 gennaio a Washington, gli account Facebook e Twitter del presidente americano Donald J. Trump sono stati bloccati. Sono stati chiusi anche gli account di altri esponenti politici a lui vicini. Ora, si possono condividere o meno le idee di Trump, ma censurare non è mai giusto.
Oltretutto, a differenza delle testate giornalistiche, le quali possono scegliere a buon diritto il materiale da pubblicare, perché hanno una legittima linea editoriale, i social network sono nati come “piazze virtuali” aperte a tutti.
Inoltre, c’è già la legge. Per esempio, se una persona scrivesse sui social network qualcosa di diffamatorio ai danni di altri, questi ultimi potrebbero adire alle vie legali contro di lei. Dunque, quanto accaduto ultimamente è quantomeno discutibile.
La società americana è scossa e divisa da prima dei fatti del 6 gennaio. Chiedere di bandire Trump ed i conservatori dai social-network (cosa che fanno vari esponenti democratici) rischia solo di aumentare il conflitto.
Deve essere ricordato che ben 75.000.000 di elettori americani hanno votato Trump. Silenziare Trump rischia di essere visto come un tentativo di silenziare quei 75.000.000 di elettori che lo hanno votato. Si possono condividere o meno le prese di posizione dell’ormai ex presidente Usa, ma non si può dire che egli non piaccia ad una parte consistente della società americana. Forse, sarebbe bene calmarsi un attimo e riflettere.