La domenica gli animi si scaldano e tutto sembra ruotare intorno al pallone. Nell’arena si affrontano guerrieri pronti a scannarsi per un gol, proprio guerrieri pugnanti e non gladiatori alla Totti, poiché questi ultimi erano schiavi e non soldati valorosi.
Non è stata una buona idea e tanto meno un’uscita geniale quella di criticare Gigi Buffon per quel “golletto” non visto dalla terna arbitrale e che avrebbe dovuto vedere solo lui autodenunciandosi e regalando dei punti con l’animo di chi nel 2006 si è visto svaligiare la mensola dai trofei vinti sul campo. Proprio lui, uno dei numeri uno al mondo, avrebbe dovuto rinunciare a quel piccolo favore che miracolosamente la sorte gli stava facendo, e dimostrare di saper concedere qualcosa all’avversario, ma questo benedetto avversario, non ha avuto già abbastanza? Cosa si deve pretendere ancora dalla Juventus? Regalare punti come banconote, dopo che per anni le è stata infangata la reputazione?
Il danno al Milan è ben poca cosa, considerando che a suo tempo Galliani dalle intercettazioni riusciva anche a farsi spostare comodamente le partite e l’Inter che risulta dai documenti colpevole d’illeciti, ha avuto proprio gli scudetti di Buffon, un’Inter che oggi subisce gli effetti del Karma.
Ebbene, Gigi Buffon ha concesso molto andando ingiustamente in serie B, rinunciando a due scudetti e ora leggendo che quella Juventus era innocente, che non ci fu illecito, che le indagini furono condotte malissimo, che i colpevoli erano altri e che le carte e le intercettazioni lo confermano, cosa si vuole ancora da Buffon? E’ ovvio che la lealtà sportiva è tutto, ma non la si deve solo pretendere, la si deve anche dare. Quel gol sottratto al Milan è un peccato veniale, ma il danno economico e d’immagine, nonché di opportunità perse e la mancata terza stella della Juventus, sono cosa ben più grave.
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