Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulla sua assenza alla manifestazione di piazza San Giovanni a Roma ha detto: “Io da sempre sono fautore del centrodestra unito di governo, un centrodestra liberale, europeo e plurale. Ai tempi del referendum di Renzi ho guidato il comitato del centrodestra per il no e non ho cambiato assolutamente idea. Ho scritto io, insieme a colleghi di altri partiti, il programma del centrodestra. Quel centrodestra ha vinto le ultime elezioni politiche con il 37% dei voti, battendo il M5S e il PD. Non essendoci i voti in Parlamento per avere una maggioranza chiara fin da subito Salvini ha fatto la scelta di allearsi col M5S: 14 mesi di governo, 14 mesi di disastri, di isolamento internazionale, di attacchi alla Costituzione. 14 mesi finiti per volontà di Salvini che ai tempi del Papeete ha fatto la crisi di governo presentando da solo una mozione di sfiducia al premier e siamo arrivati con un ribaltone al governo delle 4 sinistre”.
“Ora il problema è questo: il vecchio centrodestra dopo l’autogol di Salvini non c’è più, va ricostruito. La piazza di San Giovanni poteva essere un’occasione, ma quella piazza è stata convocata da Salvini da solo e solo all’ultimo momento ha invitato gli altri due alleati potenziali, con qualche mal di pancia di Giorgia Meloni sulla presenza di bandiere e simboli. Ben altra era la piazza del 2006, quando fu un comitato promotore ad organizzare tutto. C’è una volontà di ricostruire il centrodestra? Bene, questa volontà come si esplicita? Serve pluralità, pari dignità nelle decisioni. In questi 17-18 mesi è successo che i pesi e le misure all’interno del centrodestra, rispetto alle ultime elezioni politiche, sono cambiati. Allora bisogna che questa alleanza di centrodestra sia in grado di essere la stessa forte alleanza plurale che c’era prima delle elezioni politiche. Lo stile della Lega con Bossi era molto più inclusivo, quello che io vedo ora invece è l’egemonismo della Lega nell’alleanza. Lo giudico negativamente in termini di alleanza perché in un’alleanza ci deve essere pari dignità. Se c’è l’egemonismo non solo per me non è accettabile dal punto di vista politico e culturale, ma è anche un fattore negativo all’interno della coalizione. L’uomo solo al comando, l’egemonismo, producono l’effetto LePen che non ha mai la maggioranza, è sempre all’opposizione. Un centrodestra che diventa destra-destra magari farà il pieno di voti per un partito, però non diventa maggioritario. Ha ragione Berlusconi quando dice: siamo qui per rispondere alla domanda di unità che viene dal Paese, ma l’unità viene in termini di europeismo, di pluralismo, perché la stragrande maggioranza del popolo italiano non vuole un centrodestra con l’uomo solo al comando”.
Su Renzi. “Fui io a svelare tutto l’imbroglio del patto del nazareno a Berlusconi, che invece credeva a quell’accordo. Quando ho visto che quell’accordo avrebbe comportato l’egemonismo di Renzi, ho analiticamente e politicamente spiegato la cosa a Berlusconi che poi se n’è reso conto e ha messo fine all’accordo. Con me Renzi casca male, lo paragono a un cannibale. Lui ti invita a pranzo o a cena, parla del futuro, ti propone di fare le cose insieme, e alla fine ti mangia. Nessuno sano di mente va a cena con una persona del genere per poi finire in pentola. Spero che Salvini non abbia lo stesso atteggiamento. Spero che non copi da Renzi il cannibalismo. Ho speranza nel futuro, spero che i gruppi dirigenti del centrodestra sappiano dare una risposta plurale e maggioritaria alla richiesta del Paese”.