Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, in un’intervista a La Repubblica, dichiara: “Personalmente una macchina usata da Matteo Renzi non la comprerei e per questo dico che sulle riforme non bisogna dare nulla per scontato”.
"Se opti per un sistema alla francese – sottolinea l’azzurro – non puoi che prevedere anche l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Procedere invece per strappi con modifiche laterali e un Senato dopolavoro per sindaci in trasferta è ridicolo".
Alla fine come voterà Forza Italia? "Abbiamo convocato per giovedì una riunione dei gruppi di Camera, Senato ed Europarlamento per discuterne laicamente, democraticamente e lealmente con Berlusconi". E precisa: "Innanzitutto mi chiedo cosa rimanga del patto del Nazareno di cinque mesi fa e mi chiedo come si possa andare avanti con l’economia al collasso: del Senato alla gente importa relativamente, la gente guarda alle tasse, alla disoccupazione e alle banche che non prestano più i soldi. E mi chiedo perché Renzi e il Pd non vogliano istituire la commissione parlamentare per fare chiarezza sul complotto che ha investito Berlusconi nel 2011. Faremo un bilancio di tutto questo".
Brunetta spiega cosa è rimasto del patto del Nazareno a suo giudizio: "L’elemento fondante di quell’accordo era l’esigenza di avere una legge elettorale nuova che restituisse legittimità al Parlamento dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Invece dopo che la Camera ha approvato l’Italicum con i voti determinanti di Forza Italia e ha trasmesso il testo al Senato il 16 marzo, Renzi lo ha insabbiato, evidentemente perché non era in grado di farlo approvare dai suoi. La riforma del Senato e del titolo V sono così state anteposte alla legge elettorale, al contrario di quanto pattuito al Nazareno e il tutto per ragioni tattiche. Queste premesse mi fanno dubitare della volontà riformatrice di Renzi".
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