"Sarei davvero contento se a Roma si candidasse Alfio Marchini e a Milano Corrado Passera. Bisogna cercare le persone migliori, la politica come professione non funziona più". Lo afferma al Foglio, Luigi Brugnaro, neo sindaco di Venezia. "Nel 50% dei voti che ha preso Zaia alle regionali – spiega Brugnaro – in quella enormita’ di consenso, ci sono anche i voti della sinistra".
"Sono molto debitore alla generosita’ di Forza Italia, che si e’ fatta un po’ da parte", aggiunge, ma, osserva, "l’Italia ha bisogno di una politica forte, composta da gente che sappia ‘fare’, che conosca anche la tecnica, che sappia cos’e’ il mondo del lavoro, che abbia un’idea delle spaventose sfide che il mercato globalizzato impone a un paese come il nostro. Altrimenti – aggiunge – vengono fuori politici deboli, interessati soltanto alla rielezione, fragili giunchi che si affidano ai grandi burocrati dello stato. E cosi’ finisce che a governare davvero e’ la burocrazia. Una disgrazia. Io non mi considero un professionista della politica. Finita questa esperienza tornero’ al mio lavoro". "Le primarie – spiega Brugnaro – ci hanno dato Renzi. Ma a Renzi le primarie hanno dato una serie di candidati che sono l’opposto della sua filosofia. Fatte come le fa il Pd, le primarie si possono condizionare com’e’ accaduto qua a Venezia. Mille imbrogli. Andrebbero regolate per legge, come in America. Allora si’". "Io – aggiunge – sono per fare le riforme. E penso che il patto del Nazareno fosse una buona idea. Renzi si prese i fischi per aver accolto Berlusconi. Ma l’Italia ha bisogno di trasversalita’, in politica e nell’imprenditoria. Dobbiamo imparare a fare sistema". Alla domanda se avrebbe votato il Jobs Act, il neo sindaco di Venezia replica: "Al volo".
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