Fabio Porta e Alberto Becchi, entrambi del Partito Democratico e candidati alle ultime elezioni politiche, durante una conferenza stampa organizzata a Buenos Aires hanno illustrato ai giornalisti presenti lo stato del ricorso presentato al Senato a seguito delle elezioni del 2018 e delle due denunce presentate presso le procure della Repubblica italiana e argentina.
In una nota inviata alla nostra redazione dall’ufficio stampa di Fabio Porta si legge: “A seguito del riconoscimento, da parte della giustizia argentina, del fondamento della denuncia relativa al reato di frode elettorale, con particolare riferimento all’applicazione di quanto previsto dal contratto stipulato tra il “Correo Argentino” e il governo italiano relativamente alla custodia e alla consegna delle schede elettorali, è stata formalmente aperta un’inchiesta rispetto alla quale si stanno raccogliendo prove e testimonianze”.
“La sentenza del giudice argentino sarà consegnata nei prossimi giorni alla Giunta per le elezioni del Senato, responsabile per il ricorso e quindi per il riconteggio delle schede incriminate, nello specifico 33 sezioni elettorali della circoscrizione elettorale di Buenos Aires.
In queste sezioni – si legge ancora nella nota – si concentrerebbe il 90% dei voti che hanno che hanno consentito all’USEI l’elezione del senatore Cario (successivamente passato al MAIE); la quasi totalità di questi voti sarebbe stata effettuata dalla stessa mano e della stessa matita, con una evidente manipolazione del risultato finale.
Nel frattempo, i legali italiani dei due candidati avrebbero chiesto alla Corte d’Appello di Roma l’accesso agli atti, ossia la verifica di circa ventimila schede elettorali delle sezioni sospettate.
Nel corso della conferenza stampa, oltre ad illustrare lo stato delle denunce e del ricorso, i due esponenti del Partito Democratico hanno voluto evidenziare il carattere civico e politico della loro iniziativa, a difesa e tutela del voto all’estero e della dignità di milioni di elettori italiani nel mondo”.
“La mancata punizione dei responsabili di tali reati, infatti, darebbe un segnale di impunità – conclude il comunicato – e getterebbe un’ombra pressoché indelebile sul diritto di voto degli italiani all’estero, delegittimando questa importante conquista proprio nel momento in cui è sottoposta ad un forte attacco a seguito della legge recentemente approvata dal Parlamento italiano che ridurrebbe drasticamente tale rappresentanza”.