Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, nel corso del question time alla Camera, rispondendo a un’interrogazione sulle possibili conseguenze della Brexit sulla partecipazione al voto delle Europee dei cittadini italiani che risiedono a oggi nel Regno Unito, ha detto: “Rispondo dando la massima disponibilità e apertura, anche a rivedere eventuali normative, stante l’eccezionalità della situazione, che non dipende dalla nostra volontà”.
“La normativa vigente prevede che gli elettori italiani residenti negli altri Stati membri dell’Unione possano votare per il Parlamento europeo presso i seggi esteri istituiti dagli uffici diplomatici e consolari”, ricorda Salvini. “Tale possibilità non è invece prevista dalla legge per gli italiani residenti negli Stati non appartenenti all’Unione europea, e questo è un discrimine che noi ad oggi non siamo in grado di stabilire”.
“È ben chiaro al Governo che, qualora la Brexit dovesse divenire giuridicamente efficace nel termine dei due anni dalla notifica del recesso, cioè entro la fine del prossimo mese di marzo, si determinerebbero riflessi anche sul procedimento elettorale che riguarderebbe questi 300 mila italiani”.
“Pur tenendo conto di tale eventualità e della situazione di incertezza che si è venuta determinando, il Ministero dell’Interno ha intanto avviato gli adempimenti preliminari previsti dalla legislazione vigente”, inoltre “mi risulta che anche il Ministero degli Affari esteri, che è competente, pur tenendo conto dell’incertezza di cui sopra abbiano, abbia avviato le procedure preliminari per il procedimento elettorale”.
“In sostanza, pur nell’incertezza, assicuro che il Governo sta affrontando con tutta la possibile attenzione i diversi e delicati temi posti dalla Brexit, anche nell’ipotesi che avvenga senza accordo, condizione che, per quanto riguarda l’esercizio del diritto di voto per l’elezione del Parlamento europeo, vedrebbe applicarsi la disciplina attualmente prevista dalla legge per tutti gli elettori che risiedono fuori dagli spazi europei”.
“Si tratta ovviamente di una situazione eccezionale, che potrebbe incidere sul procedimento già avviato, ragione per la quale il Governo valuterà la percorribilità di ogni idonea soluzione che possa agevolare i nostri connazionali nell’esercizio del diritto di voto. Penso, spero e sono sicuro del fatto che il Parlamento dovrà essere protagonista di questo processo – ha concluso Salvini -, che non dovrà dipendere solo dalle scelte del Governo”.