Roma – Menti folli generano gesti folli. Così come un patriottismo distorto genera un senso di appartenenza insano, una follia cieca, la stessa che giovedì scorso ha tolto al Regno Unito una giovane donna. Joe Cox era una parlamentare laburista, stava lavorando insieme all’organizzazione Tell Alam su un progetto che avrebbe presentato a fine mese per combattere l’islamofobia prima di perdere la vita per mano del fanatismo assassino di Thomas Mair.
La deputata credeva che rimanere fedeli all’Europa fosse la scelta giusta per il Paese. Probabilmente non era della stessa idea il filonazista che l’ha uccisa, uno per cui la “Gran Bretagna” veniva prima di tutto. Anche prima della vita. Questo può avere dell’incredibile in un paese in cui il melting pot non è solo una cosa che si studia nei libri di storia, ma una realtà ben radicata.
Di questi temi ItaliaChiamaItalia ha parlato con il deputato della Lega, Guglielmo Picchi, eletto all’estero nella ripartizione Europa e segretario della III Commissione (Affari steri e comunitari), che Londra la conosce molto bene visto che vive lì da anni.
On. Picchi, giovedì pomeriggio i cittadini inglesi decideranno se la Gran Bretagna dovrà uscire o meno dall’Unione Europea. Cosa ne pensa di questa Brexit e quanto la tragedia relativa all’uccisione della candidata laburista Cox inciderà sul risultato del referendum?
Penso che il terribile omicidio della deputata Cox abbia un peso non indifferente su questo referendum. Questo evento ha colpito il Regno Unito e il mondo interno nel profondo e credo che questa tragedia possa orientare il voto degli indecisi verso il “remain” Per quanto riguarda invece la campagna a favore del “leave”, nonostante questa continui ad essere molto rumorosa. La mia impressione è che l’Inghilterrà non lascerà l’Europa.
Al contrario, se invece il popolo inglese, sovrano, si esprimesse positivamente, questo comporterebbe certamente l’avvio di una serie di procedure di negoziazione che potrebbero durare un paio di anni prima che l’Inghilterra esca definitivamente, in accordo all’articolo 50 del trattato dell’Unione Europea.
Conseguenze per gli italiani residenti?
Per i già residenti in Inghilterra varrà la normativa ora vigente, dunque non ci sarebbero conseguenze burocratiche nell’immediato. L’iscrizione al SSNO (acronimo per "Social Security Number") che corrisponde al nostro identificativo della Previdenza Sociale, così come quella alle liste elettorali, rappresentano sicuramente una garanzia per il cittadino italiano residente nel Regno Unito. I problemi insorgeranno invece per coloro che, al contrario, mancano di una sovrastruttura, non avendo una residenza o prestando lavoro in nero.
Ha votato per il nuovo sindaco Sadiq Kahn?
Essendo iscritto al Partito Conservatore ho votato per il candidato dell’opposizione Zac Goldsmith. Ho sempre ritenuto importante votare nel rispetto del mio diritto di cittadino.
Un breve commento su Sadiq Kahn?
Credo che il nuovo sindaco abbia già violato la prima promessa elettorale in merito agli investimenti sulla metropolitana della capitale. Aveva promesso agli elettori che i lavori di manutenzione della tube (compresa l’assunzione di nuovi autisti) non avrebbero avuto riscontro economico alcuno sul bilancio della città, al contrario invece, questo avrà un impatto fiscale importante sui contribuenti. Un fatto che mi ha lasciato perplesso in quanto libero cittadino è che la comunità musulmana abbia fatto rimuovere da molti spazi della città la pubblicità relativa ad un noto integratore alimentare, pubblicità ritenuta da questa troppo offensiva. Provenendo da una realtà laica e secolare non condivido questa linea di pensiero.
Torniamo al fenomeno dell’immigrazione. Secondo lei varcare le frontiere, nel caso in cui vincesse il “leave”, sarà difficile?
Nella capitale inglese ci sono circa 600.000 italiani. Fino a tre o quattro anni fa Londra poteva fornire molte possibilità, ora il mercato non offre le stesse occasioni. E’ ormai quasi saturo. Parlando con il console, il numero di iscrizioni AIRE sta diminuendo drasticamente. Credo che con la Brexit, nel caso in cui prevalesse il “leave”, si ridurranno notevolmente le possibilità da parte del cosiddetto “cercatore di fortuna” di trovare un impiego. Questa ultima tornata di arrivi non ha di certo le stesse possibilità di qualche anno fa.
Le difficoltà maggiori si avvertono nella capitale o anche fuori da Londra?
Anche vivendo nei posti più lontani, in zona 5, in zona 6, la vita è veramente dura. Non è previsto un sussidio di sopravvivenza a differenza di quanto accade in Germania. L’Italiano è bravo, è capace, ma gli italiani disoccupati in giro per Londra sono tanti.
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