La notizia del Regno Unito che lascia l’Europa fa impressione. Ci siamo svegliati increduli. Adesso però è tempo di reagire. Accanto al rispetto per il popolo britannico che ha deciso in modo democratico, c’è bisogno di scuotere l’Europa.
In questi anni le istituzioni europee sono apparse molto attente all’austerity e alle questioni finanziarie (e non sempre nel modo giusto). Ma l’Europa è stata timida e distante quando dovevamo parlare di valori, di crescita, di immigrazione, di futuro. La posizione italiana non è cambiata: mettiamo al centro l’Europa degli ideali, ma anche degli asili nido, delle scuole, dei musei, delle piazze e non dei muri. L’Europa comunità contro l’Europa della sola tecnocrazia. L’Italia lo dice da mesi.
Spero che questo shock ci aiuti a procedere nella direzione giusta. La decisione del Regno Unito – infatti – non può essere minimizzata, non si può far finta di nulla o sperare che passi la tempesta senza muovere foglia. Né si può pensare adesso di riaprire l’ennesimo teatrino sulle procedure. Ex malo bonum, dicevano i latini. È il momento di rilanciare con forza l’Europa come casa di pace e di futuro.
Portando la vostra voce al Consiglio Europeo ho scelto di partire ricordando Jo Cox, la deputata inglese uccisa due settimane fa. Il pensiero di quei bambini che non vedranno più la loro mamma, uccisa per le sue idee, mi fa male. Vorrei che la sua storia non fosse dimenticata, portata via dal torrente impetuoso della Brexit. Mi piacerebbe che le sue idee restassero vive nel dibattito politico. Forse non servirà ai suoi figli per avere una vita migliore. Ma servirà a noi per dare il meglio di noi stessi.
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