La scena che si e’ presentata, stamani, ai soccorritori giunti sul luogo del suicidio di un uomo che, a Brescia, ha lanciato dalla finestra i suoi due figli prima di gettarsi lui stesso, e’ stata davvero raccapricciante e impietosa. Il cadavere del padre, infatti, giaceva a terra accanto ai corpicini straziati dei due piccoli. Intorno, sangue ovunque. Quello di bambini innocenti uccisi ancora una volta dalla follia di un adulto.
Non ha una spiegazione vera l’orrore accaduto stamani in un palazzo in via Cremona, in un quartiere semicentrale della citta’ lombarda. Alla base del gesto c’e’ stata forse una discussione, peraltro non particolarmente violenta; c’era forse una famiglia in difficolta’ per la perdita del lavoro di uno dei due genitori, ma non certo in stato d’indigenza; c’era senza dubbio una depressione ormai cronica, quella di lui, che pero’ non aveva dato mai segni di pericolo evidente. ‘In realta’ non c’e’ una spiegazione’, dice un investigatore, anche lui profondamente turbato. ‘E proprio questo che fa ancora piu’ paura – dice una donna davanti al cancello del palazzo – perche’ puo’ accadere a tutti, anche a noi’.
La Squadra mobile ha ricostruito i fatti in poche ore. Intorno alle 9 Marco Turrini, un agente pubblicitario di 41 anni, incensurato, sofferente di uno stato depressivo a seguito del lavoro perso da mesi e mesi, ha l’ennesima discussione con la moglie, Elena More’, di 38. Una lite come tante, in una famiglia con un disagio evidente, ma che che conduceva una vita normale, tirando avanti con lo stipendio dell’altro coniuge, quello di Elena appunto, infermiera all’ospedale di Brescia.
Turrini improvvisamente apre la finestra del soggiorno, dove erano presenti anche i due bambini, Samuele, di 4 anni e mezzo, ed Manuela, di poco piu’ di 1 anno. Senza proferire alcuna minaccia, senza alzare le mani, senza far presagire minimamente che non era piu’ in se’, l’uomo prende la bimba in braccio davanti alla finestra, di fronte alla moglie, che si stupisce ma neanche per un attimo (secondo quanto da lei riferito ai poliziotti) pensa che il suo compagno possa fare sul serio.
"Se volevi spaventarmi ci sei riuscito – gli dice – ma adesso dai metti giú la bambina". Ma non fa quasi in tempo a finire la frase: l’uomo la getta come un pacco senza peso dal settimo piano, senza una parola. Immediatamente dopo prende anche il maschietto, piu’ grandicello, che si dimena, e getta giu’ anche lui senza pieta’. La donna, impietrita, per molti secondi non riesce nemmeno a reagire. Poi corre fuori per chiedere soccorso. Lui la insegue, e al piano di sotto, sul pianerottolo, apre una finestra e cerca di gettare anche lei nel vuoto. Ma quando vede giungere i primi vicini di casa la lascia andare, e si butta lui. Anche suo padre era morto suicida un anno prima, impiccandosi.
Turrini muore sul colpo, rimbalzando contro un furgone in sosta nel cortile interno, mentre per i due bambini c’e’ il tempo per un estremo quanto inutile trasporto d’urgenza all’ospedale, dove muoiono poco dopo. Dell’intera famiglia ora rimane solo la madre, in stato di choc, che dovra’ aggrapparsi con tutte le sue forze alla vita per andare avanti. Sotto casa vicini e abitanti del quartiere s’interrogano, sgomenti. Parlano piano, quasi sussurrano. Pochi metri piu’ in la’ uno spazzino pulisce il sangue nel cortile con un getto d’acqua, piangendo.
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