Maria Tripodi, Sottosegretaria agli Esteri, rispondendo a un’interpellanza urgente del Pd Fabio Porta nell’aula della Camera sulle criticità relative alla possibile richiesta di cittadinanza italiana da parte dell’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, e a quella già avanzata dai suoi figli, ha dichiarato: “Il Governo ha già stigmatizzato e condannato questi fatti gravissimi” avvenuti in Brasile “e lo sottolineo perché ho notato una vena di strumentalizzazione. Non c’è da parte dell’Italia, men che meno del nostro Governo, alcuna posizione ambigua“.
Nel rilascio della cittadinanza iure sanguinis “non è prevista alcuna discrezionalità nè valutazione da parte dell’amministrazione. Con specifico riguardo all’ex presidente Bolsonaro confermo quanto detto dal ministro degli Esteri, ovvero che non ha presentato istanza di riconoscimento della cittadinanza italiana“.
L’esecutivo italiano “ha preso posizione in merito ai gravissimi fatti accaduti in Brasile, stigmatizzandoli chiaramente, come era giusto e come e’ sempre stato, perche’ l’Italia da sempre riconosce i governi democraticamente eletti”, ha concluso Tripodi.
Non soddisfatto l’interrogante Fabio Porta: “Il governo – si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa del deputato – rappresentato dal sottosegretario Maria Tripodi, non ha chiarito le motivazioni che precluderebbero a Bolsonaro, e quindi ai suoi figli, di vedere riconosciuta la cittadinanza italiana. Volevamo capire cosa risulta al ministro – ha sottolineato Porta – perche’ se all’ex presidente Bolsonaro non puo’ essere riconosciuta la cittadinanza italiana, tale diritto sarebbe probabilmente precluso anche ai suoi figli“. Infine, Porta ha fatto notare che – oltre ogni strumentalizzazione – “l’assenza di un membro del governo italiano all’insediamento del presidente Lula ha costituito un fatto non irrilevante agli occhi non soltanto del governo del Brasile, ma anche degli oltre 30 milioni di cittadini italo-brasiliani”.