In attesa dei prossimi e gia’ fissati appuntamenti per il futuro dell’Eurozona, i mercati hanno vissuto una seduta con qualche brivido sul braccio di ferro tra Bundesbank e Bce: le Borse hanno accusato la tensione con cali vistosi, contenuti solo nel finale, mentre i titoli di Stato dei Paesi nel mirino della speculazione hanno oscillato per qualche ora. Ma la prima giornata della settimana si e’ comunque conclusa senza troppo scosse, con l’euro che si mantiene attorno a quota 1,23 contro il dollaro. Per tutta la mattinata le piazze finanziarie europee si sono infatti mosse in linea con questo mini rally estivo, quindi sui livelli massimi dell’ultimo anno. Di fatto salgono da 11 settimane consecutive ed e’ abbastanza fisiologico che alla prima notizia di incertezza possano tirare il fiato. E lo spunto di giornata e’ venuto dallo stop di Berlino al progetto di intervento ‘taglia spread’ della Banca centrale europea.
Milano, che e’ arrivata a perdere due punti percentuali, ha cosi’ chiuso in calo dell’1%, e un po’ peggio ha fatto Madrid, appesantita dagli scivoloni del 5% di Repsol e del 4% della chiacchierata Bankia. Male anche il mercato azionario di Atene (-2%) mentre Londra e Parigi hanno contenuto le perdite sotto il mezzo punto e Francoforte e’ stata la Borsa europea meno penalizzata della seduta, con una limatura finale dello 0,1%.
Da notare che a Milano gli scambi (per un controvalore di 1,3 miliardi di euro) sono piu’ elevati delle abituali medie di agosto. ‘Gli operatori non sono certo in vacanza, anche perche’ temono che il clima possa mutare in ogni momento’, dice un analista con finestra su Piazza Affari. Ma e’ stata una seduta con un’altra particolarita’: per un volta le Borse non si sono mosse in scia ai titoli di Stato di riferimento. I rendimenti di quelli italiani hanno infatti chiuso in genere invariati, ma i Bonos spagnoli sono andati bene (mentre Madrid e’ stata tra le ‘grandi’ la Borsa peggiore del continente), e quelli greci hanno tenuto. Guardando all’Italia il risultato e’ stato comunque di tregua, con lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi che ha chiuso a 426 punti contro i 429 di venerdi’ scorso.
L’attesa e’ comunque per ora soprattutto rivolta a quasi un mese, a quel 12 settembre nel quale la Corte costituzionale tedesca dovrebbe esprimersi sulla legittimita’ del Fondo salva Stati, che ha regole di applicazione legate alla trattativa con gli Stati che chiedono l’intervento. Trattative che per un salvataggio difficile sono invece al punto di non ritorno, con gli occhi dei mercati puntati a mercoledi’, quando e’ in agenda la visita del commissario europeo all’economia Jean-Claude Juncker ad Atene. E subito dopo alla due giorni del 24-25 agosto con la trasferta del premier greco Antonis Samaras a Berlino e Parigi.
Discussione su questo articolo