E’ un quadro a tinte fosche quello dipinto dal centro studi di Mediobanca, R&S, sullo stato di salute di Piazza Affari. Un listino che e’ precipitato in fondo alla classifica mondiale (al 20esimo posto), che raramente crea ricchezza agli investitori e che nell’ultimo biennio ha visto soltanto un titolo su cinque crescere, mentre alcuni come Fonsai, Seat Pagine Gialle e Sopaf hanno perso addirittura il 90% del proprio valore.
Insomma, il mercato milanese, secondo ‘Indici e Dati 2012′, che fino al 2002 era nella top-ten dei listini mondiali (al nono posto), da quando e’ stato acquisito dal London Stock Exchange ha avviato una parabola discendente senza eguali. Complice la crisi? Sicuramente, ma va detto che le altre piazze finanziarie, dove le turbolenze e la speculazione erano di certo maggiori, sono rimaste ben salde in classifica. Si guardi ad esempio ai due big di Wall Street, Nyse Euronext e Nasdaq Omx, che restano rispettivamente al primo e al secondo posto. Tallonate da Tokyo e seguite dalle piazze emergenti.
Per fare un esempio sulla crescita delle singole piazze, dal 2002 ad oggi mentre la Borsa di San Paolo e’ cresciuta del 675%, quella milanese e’ stata l’unica tra le prime venti a perdere valore (-29%). Per non parlare poi di altri listini come Bombay (+608%), Mosca (+596%), Shanghai (+556%), Johannesburg (+498%), Hong Kong (+327%) e Seoul (+292%).
Mettendo poi Piazza Affari sotto la lente d’ingrandimento emerge che il peso delle banche si e’ dimezzato in appena cinque anni e mezzo. Questo tonfo si accompagna al fatto che il monte dividendi delle quotate ha toccato il valore piu’ basso dal 2000 a 13,8 miliardi di euro. E piu’ nel particolare, il calo e’ riconducibile soprattutto alla contrazione di banche e assicurazioni. Proprio per il comparto bancario e assicurativo va detto che sono stati perdenti 15 anni su 17, mentre gli industriali hanno chiuso in rosso solo 4 volte.
Se si prende poi in considerazione soltanto l’ultimo biennio risulta evidente che per Piazza Affari sono stati anni neri. Il listino da gennaio 2011 a ottobre 2012 ha visto soltanto un quinto delle societa’ quotate registrare variazioni di prezzo positive. A fronte di una flessione della Borsa del 22%, soltanto 56 societa’ su 271 hanno guadagnato qualcosa. Mentre un quarto di esse ha dimezzato il proprio valore con Fonsai, Seat Pg e Sopaf che hanno perso il 90 per cento.
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