Nessuno lo nega. L’Imu rappresenta per gli italiani una vera stangata. I dati della Cgia di Mestre calcolano che le tasse locali passeranno dagli 821 euro del 2003 ai 1.390 euro di quest’anno: e l’Imu avra’ un posto d’onore nell’aggravio. Cosi’ per il futuro tutti sono concordi: l’imposta municipale andra’ modificata. L’ipotesi ventilata di una attribuzione del gettito ai soli comuni, che rinuncerebbero a tutti i trasferimenti dallo Stato e che potrebbero’ pero’ decidere di esentare la prima casa, appare al momento ancora tutta da costruire. Il Tesoro prende le distanze. In concreto non sarebbe sul tappeto. Piu’ concreta appare invece la suddivisione dell’imposta in due tributi distinti, uno erariale l’altro comunale.
Il governo, stretto tra la difficile congiuntura economica e gli impegni presi in Europa e con i mercati, al momento ha l’obiettivo piu’ stringente di centrare le previsioni dei conti pubblici, senza ulteriori manovre. Cosi’ monitorera’ strettamente i versamenti che gli italiani faranno a meta’ giugno utilizzando obbligatoriamente il modulo F24. Solo dopo il versamento della prima rata saranno fatti i conti, verificati eventuali sforamenti, temuti soprattutto per la parte di gettito che affluira’ nelle casse dei comuni. E solo allora si potranno valutare modifiche, magari tenendo conto anche della riforma del Catasto in arrivo con la delega fiscale.
L’ipotesi riportata oggi dal Corriere della Sera guarda comunque al 2013. Alcuni tecnici – riporta il quotidiano – starebbero valutando la percorribilità di dare ai sindaci la scelta sulla possibilità di applicare o meno l’Imu sulla prima casa. L’idea sarebbe quella di girare tutto l’incasso dell’Imu ai Comuni, compresa la parte che oggi finisce allo Stato, tagliando contemporaneamente i trasferimenti dallo Stato ai Comuni per un ammontare equivalente alla quota di mancata tassazione. Cosi – viene spiegato – per i conti dello stato non cambierebbe nulla, mentre i sindaci avrebbero qualche motivo in piú per mantenere la tassa sulla prima casa, in modo da non restare con le casse vuote. Conquistata la piena titolarita’ dell’Imposta Municipale, che pero’ solo municipale ora non e’, i comuni avrebbero la possibilita’ di esentare le prime case.
Il nodo, come sempre, e’ quello del valore economico dell’operazione. L’Imu sulla prima casa da solo vale 3,4 miliardi. ‘Dire che decideranno i comuni se esentare o meno la prima casa – afferma il leader Cgil, Susanna Camusso – temo voglia contemporaneamente dire che il governo cercherà altre forme di entrate, mentre il tema è cambiare la progessività, non continuare a moltiplicare le tasse’.
L’Anci, l’associazione dei Comuni, presentera’ invece una propria proposta il prossimo 24 maggio. Il delegato nazionale alla Finanza locale, Guido Castelli ammette che ‘e’ una delle ipotesi sul tavolo’. ‘Personalmente – aggiunge – non mi vede sfavorevole ma l’Anci presenterà la propria proposta nella manifestazione nazionale del 24 maggio a Venezia, che sarà preceduta da una riunione tecnica il 17-18 maggio a Frascati’.
Il tema e’ certo caldo. Basta scorrere gli ultimi dati della Cgia di Mestre per comprenderlo. Nel 2012 il gettito delle principali tasse locali in capo alle famiglie italiane sfiorerà i 35 miliardi di euro, ma la variazione di crescita del gettito registrata negli ultimi 10 anni è stata di +86,4%. Sempre nello stesso periodo di tempo, la crescita del carico fiscale locale su ogni famiglia italiana è aumentata del 69,3%: nel 2003 l’esborso medio era di 821 euro del 2003, quest’anno salira’ a 1.390 euro. Il gettito complessivo dell’Ici, che nel 2003 era di poco superiore agli 11 miliardi e’ quasi raddoppiato e quest’anno si attestera’ a 21,5 miliardi.
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