Leggo su vari siti e giornali nostrani che il nuovo presidente brasiliano Jair Bolsonaro avrebbe simpatie “fasciste”, se non “naziste”. Ora, io (che sono una persona che si informa e che è curiosa) sono voluto andare oltre. Ebbene, quello che si scrive non rispecchia assolutamente la verità.
Infatti, Bolsonaro ha deciso di spostare l’Ambasciata del Brasile a Gerusalemme, riconoscendo di fatto lo Stato ebraico di Israele. Tra l’altro, egli ha ricevuto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, conferendogli un’onorificenza. Non solo: Bolsonaro ha promosso una legge che riconosce agli ebrei la possibilità di interrompere il loro lavoro per le loro feste e ricorrenze.
Dunque, come si può dire che Bolsonaro sia un “fascista” o un “nazista”?
Forse, invece di preoccuparsi da quello che fa Bolsonaro, certi “benpensanti” nostrani farebbero bene a guardare altre cose. Infatti, ci sono problemi veri. Mi viene in mente, per esempio, quanto sta accadendo in Venezuela, ove vi sono miseria e violenza; i nostri concittadini italiani non se la passano affatto bene.
Contro l’operato di Nicolas Maduro non si è sentito nemmeno un lamento dai già citati “benpensanti”.
Mi viene in mente anche quanto sta accadendo in Turchia, ove i cristiani subiscono restrizioni sempre più pesanti. Anche in Cina, i cristiani hanno problemi. Inoltre, se volessimo mettere i puntini sulle “i”, ricorderei che l’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, sostiene la causa dai Palestinesi. Ricordo che l’idea di uno “Stato di Palestina” fu coniata dal mufti di Gerusalemme Amin al Husseini, il quale era amico di Adolf Hitler.
Questo è storicamente documentato. Dunque, Bolsonaro non è certo il problema. Intanto, ringraziamolo del contributo dato alla cattura di Cesare Battisti.