“Scusi, Bolsonaro chi? Ad Anguillara basta la parola, o il cognome, che sia con la ‘z’ (Bolzonaro) veneta o la ‘s’ brasiliana biascicata nelle trascrizioni dei vecchi registri anagrafici di là dell’Atlantico, nel Brasile degli emigranti italiani di fine Ottocento. E pensare che anni fa – ma neanche tanti, facciamo tre o quattro – c’era la corsa (o quasi) a rivendicare antenati in comune e parentele fino al settimo o all’ottavo grado con l’ex presidente del Brasile autoesiliato in America tra ospedale, promesse di ritorno e voci di fuga dalle indagini. Ecco: oggi, invece, nel paese dal quale il 22 aprile 1888 partirono i suoi antenati (Vittorio col padre Angelo e la famiglia) e che il primo novembre 2021 gli ha dato la cittadinanza onoraria tra squilli di tromba e proteste, trovare in poche ore un Bolzonaro (con la zeta) è già difficile, ma trovare qualcuno che voglia anche solo parlarne è quasi impossibile”. Si apre così un articolo de Il Giorno che fa la cronaca della sua visita nel Comune padovano di Anguillara Veneta, “nella seconda casa di Jair Messias Bolsonaro”, che raccoglie le parole dell’ex sindaco Luigi Polo, dal 2009 al 2019: “Non sono io che ho dato la cittadinanza onoraria a Bolsonaro e non sono nemmeno d’accordo”. Polo “da assessore alla cultura e appassionato di storia locale tirò fuori dagli archivi del Comune la storia di quella come di tante altre famiglie di ‘villici’, braccianti e poi mezzadri al servizio dei grandi proprietari terrieri, che partirono per il Brasile in cerca di fortuna. I Bolzonaro lo fecero nel 1888: Angelo, la moglie Francesca e i figli Vittorio (trisavolo di Jair), Giovanna e Tranquillo”. Intanto il consigliere di d’opposizione Antonio Spada annuncia: “Chiederemo la revoca della cittadinanza onoraria con una mozione in Consiglio comunale, dopo averlo fatto già davanti al giudice”. Nell’articolo anche la testimonianza di Cristian Bolzonaro che con Jair condivide una parentela di quattro o cinque generazioni fa: “Quando mi presento dai clienti (è tecnico di telefonia, ndr), magari ci scappa la battuta. E io rispondo: guardi che sono parente davvero. E’ un gioco, mi tengo lontano dalla politica. Problemi? A volte imbarazzo, ma sono un parente lontanissimo”.
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