Chi vive in strada, spesso non vuole rimanerci per sempre. È proprio da questa constatazione che nasce il progetto di Housing first, una pratica di lotta alla poverta’ che affronta il problema della casa per le persone senza dimora: in questo modo si supera il modello di accoglienza dei dormitori, in favore di un inserimento diretto in appartamenti. Vivere in una casa non e’ un fatto scontato per chi ha passato lunghi periodi in strada, puo’ essere un cambiamento non privo di ripercussioni psicologiche. Per questo, le persone sono seguite con progetti individuali, favorendo cosi’ la convivenza pacifica, in modo che ognuno impari a seguire le regole prestabilite.
M. ed E., due ex senza tetto, sono riusciti a rientrare nel progetto a Bologna, e ora condividono insieme ad altre tre persone un appartamento gestito da Piazza Grande. Il primo, serbo arrivato da piccolo in Italia, ha lasciato la famiglia dopo essere stato costretto a fare l’elemosina e non essere stato accettato come omosessuale; E., invece, viene da Buenos Aires e dopo una vita stabile e molte peregrinazioni in Italia e all’estero per lavoro, si e’ trovato in strada senza casa. Entrambi oggi lavorano, e anche per questo non possono sostenere la "vita da dormitorio": "L’ora di pranzo e’ quella, la chiusura pure, bisogna tornare sempre alla solita ora- dice M.- Entro le 9 di mattina bisogna uscire dal letto". Fa eco E.: "Prima, facendo i turni anche di tre notti di fila, come facevo a riposarmi e rilassarmi? Invece qui posso farmi da mangiare io, dormire quando voglio". L’entrata nel mondo del lavoro e’ un passo fondamentale per rientrare nel progetto Housing first. Con i ritmi lavorativi, sia M. che E non riuscivano piu’ a rispettare le rigide regole dei dormitori, mentre avendo una loro casa possono gestirsi in modo piu’ autonomo.
La grande casa dove si incrociano queste storie e’ forse solo un passaggio, ma rimane un passaggio molto importante nella vita di queste persone. Sul tema si concentra l’inchiesta sul numero di maggio di Piazza Grande, gia’ in strada. Oltre alle vicende di E. e M., l’intervista a Edgardo Battiston, coordinatore del gruppo "Psicologie di strada", l’equipe che valuta i casi delle persone coinvolte nel progetto, e all’assessore alle Politiche Abitative Riccardo Malagoli, che dopo aver affermato di apprezzare il modello dell’Housing first, vede in una equa gestione degli immobili le priorita’ del Comune. L’indagine si allarga poi fuori dai confini nazionali, descrivendo esperienze di questo genere in Finlandia, Danimarca e Ungheria.
Nelle pagine centrali del giornali trovano spazio le tavole di Raffaele Sorrentino, vincitore della sezione Yoda del concorso per giovani fumettisti "Noi e gli altri" organizzato da Flash Fumetto. Il lavoro premiato e’ "Riunione di famiglia". Nelle pagine finali si annunciano due iniziative interessanti: una viene dall’Auser che il 18 e 19 maggio sara’ nelle piazze italiane insieme a Libera a distribuire la pasta anti-mafia; l’altra dall’assemblea legislativa della Regione che invita a le associazioni a promuovere le proprie attivita’ con un newletter, in collaborazione con il portale di informazione sociale Bandiera Gialla.
Discussione su questo articolo