Ancora una volta Tito Boeri, presidente Inps, attacca le pensioni degli italiani residenti all’estero.
“Le pensioni pagate all’estero dall’Inps, su 160 Paesi, nel 2016 sono state oltre 373 mila”, per un valore “di poco superiore al miliardo di euro”. Troppo, secondo Boeri, anche perché “più di un terzo delle pensioni pagate a giugno del 2017 hanno periodi di contribuzione in Italia inferiori a 3 anni, il 70% è inferiore ai 6 anni e l’83% è inferiore ai 10 anni”. Durate contributive “molto basse”, sottolinea il presidente Inps, ascoltato in audizione alla Camera dal Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese, quello presieduto dall’On. Fabio Porta, deputato Pd eletto nella ripartizione estera Sud America.
Proprio Porta e i suoi colleghi Pd eletti oltre confine hanno reagito con forza alle dichiarazioni di Boeri, che ai dem non sono affatto piaciute. E non solo a loro, come vedremo.
Torniamo al presidente Inps, che tra le altre cose a un certo punto si è soffermato sulle quattordicesime percepite all’estero quasi raddoppiate. Un fenomeno che preoccupa e che si e’ dimostrato “in aumento sul 2017, a seguito degli interventi fatti”. Secondo Tito Boeri “l’Italia con le quattordicesime erogate a residenti in Sud America o Australia, per fare un esempio, sta di fatto riducendo gli oneri per spesa assistenziale di altri paesi”. Dunque “è come se l’Italia operasse un trasferimento verso altri” senza “avere un ritorno in consumi”.
Tale situazione per il numero uno dell’Inps è “un’anomalia”.
Non si sono fatte attendere le reazioni da parte degli eletti all’estero del Partito Democratico. Tra gli interventi, oltre a quello di Marco Fedi e alla nota congiunta dei dem oltre confine, quello del Sen. Francesco Giacobbe, secondo il quale “l’audizione presso il Comitato degli italiani nel mondo è stata un’occasione mancata per il Presidente Boeri”.
“Piuttosto che suggerire soluzioni agli annosi problemi che riguardano i nostri pensionati all’estero, come il sistema di rilevamento dell’esistenza in vita, lo stallo della stipula e del rinnovo delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, il fenomeno degli indebiti pensionistici, ha ribadito, purtroppo, quello che oramai pensa da molti anni e cioè che c’è un’anomalia per il fatto che noi eroghiamo delle prestazioni assistenziali che avvengono sulla base di un principio di residenza a persone che risiedono all’estero, quando non c’è una reciprocità”.
Inps e italiani all’estero, Fedi (Pd): “Le mezze verità creano solo allarme”
“Si rischia così facendo – prosegue Giacobbe – di confondere le acque senza risolvere alcun problema. I nostri connazionali all’estero percepiscono pensioni a cui hanno diritto grazie ai contributi versati durante la loro vita lavorativa in Italia e che, molto spesso, ammontano a pochi euro e pagano le tasse dove la legge prevede. Non dimenticando il grosso contributo dei nostri connazionali all’estero alla promozione del Made in Italy nel mondo e quindi all’export italiano, siamo d’accordo con il Presidente Boeri che bisogna fare chiarezza, ma senza fuorviare la realtà ai fini mediatici e soprattutto cercando di fare le dovute differenze senza offendere intere Comunità”.
Interviene nel dibattito anche il dirigente confederale dell’Ugl, Nazzareno Mollicone: “Tito Boeri, nella sua frenesia distruttiva del sistema previdenziale dell’Inps, continua ad ignorare il fatto che le pensioni cosiddette ‘contributive’ istituite dalla riforma del 1995 non sono ancora andate totalmente a regime e, quindi, sono ancora molti gli assegni corrisposti con il vecchio sistema che vengono percepiti dagli italiani residenti all’estero, in gran parte persone molto anziane”.
“Non possiamo che condividere le critiche che i deputati eletti all’estero hanno espresso al riguardo – sottolinea – cosi’ come e’ certamente da censurare il fatto che l’attuale presidente dell’Inps abbia un atteggiamento sprezzante nei confronti degli italiani che, nei decenni passati, sono stati spesso costretti ad andare all’estero in cerca di lavoro, contribuendo con le loro rimesse in denaro a migliorare la situazione valutaria nazionale, oltre che ad alleviare i disagi delle proprie famiglie”.
“Osserviamo infine che il governo, mentre s‘impegna e spende miliardi per gli immigrati irregolari – conclude -, trascura i diritti acquisiti e le necessità emergenti di circa cinque milioni di cittadini italiani residenti all’estero che sono anche elettori di propri parlamentari”.
Discussione su questo articolo