Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, torna ad attaccare gli italiani nel mondo, sottolineando ancora una volta quando sia sbagliato e non più sostenibile pagare le pensioni oltre confine.
Boeri parla al Comitato per le questioni all’Estero del Senato, dopo averlo fatto alla Camera, e ribadisce le cifre dell’Inps, secondo cui le pensioni pagate all’estero nel 2016 sono 373mila per un importo di poco superiore a 1 miliardo, la maggior sono a fronte di periodi contributivi in Italia relativamente brevi: il 70% inferiore a 3 anni, l’83% inferiore a 10 anni. Ma soprattutto “noi forniamo anche prestazioni assistenziali come integrazioni ai minimi e quattordicesima, che di solito vengono erogate dal paese ospitante”.
“Perché noi dobbiamo agire diversamente rispetto agli altri paesi che di solito forniscono assistenza solo ai residenti nel proprio paese? Noi di fatto in questo modo spendiamo alleggerendo i conti delle prestazioni sociali di altri Paesi, essendo peraltro l’Italia non ancora dotata di un sistema assistenziale completo”.
Il presidente dell’Inps ci tiene a precisare che in tutto Europa non funziona così, “va contro la tendenza imperante che si continui a esportare un intervento assistenziale, e siamo convinti che la comunità dei fruitori continuerà ad aumentare”. E’ qui che Boeri aggiunge qualcosa che renderebbe più sostenibile il sistema: “Dovremo cercare semmai di importare pensionati”.
Boeri ci tiene comunque a tranquillizzare la platea degli italiani all’estero assicurando che la riorganizzazione dell’Inps non è al ribasso ma “è stata improntata all’efficientamento, abbiamo cercato di potenziare la nostra capacità di fornire servizi per garantire uniformità di risorse all’estero. C’è anche una sede virtuale che opera anche in regime di sussidiarietà per coordinare e intervenire nei casi di necessità”.
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