Cosa è il Bitcoin?
Come spiega molto esaustivamente il sito https://www.investopedia.com/terms/b/bitcoin.asp, il Bitcoin consiste in una moneta digitale ideata ad inizio 2009 a seguito del crollo del mercato immobiliare. L’ispirazione di questo metodo di pagamento alternativo è segnato nella concezione di pensiero di Satoshi Nakamoto. L’identità della persona o delle persone che hanno creato questo tipo di tecnologia è ancora un mistero.
Non esistono (e non esisteranno mai) bitcoin utilizzabili come le monete o le banconote in carne ed ossa, ma solo conti e saldi appuntati su un grande registro pubblico (ma sempre crittografato in piena sicurezza) a cui tutti hanno accesso trasparente, in modo che si abbia sempre sotto controllo l’utilizzo di questa criptovaluta, senza però mai sapere chi l’ha usata per cosa. I bitcoin non vengono emessi dal tesoro di Stato e non sono tantomeno supportati dal governo o dalle banche, e in più i bitcoin in generale non consistono in merce valutabile e scambiabile.
In Italia questa speciale criptovaluta è arrivata qualche anno dopo la data del lancio ufficiale, ma nonostante ciò, si è dimostrata essere molto apprezzata dai suoi utenti italiani e dagli esercenti che hanno deciso di adottarla come metodo di pagamento. Si stima che il Bitcoin up diventerà il metodo principale di pagamento degli italiani entro il 2035.
Come funzionano i Bitcoin
I Bitcoin funzionano esattamente come ogni altro metodo di pagamento tradizionale: si possono accumulare su un portafoglio (virtuale ovviamente), possono essere scambiati/comprati/venduti, e si possono utilizzare (laddove sono supportati) per poter pagare praticamente qualsiasi cosa.
Esistono tre metodi principali grazie ai quali ognuno può ottenere Bitcoin:
- È possibile acquistare Bitcoin utilizzando il denaro che usiamo tutti i giorni.
- È possibile permettere alle persone alle quali magari stai vendendo qualcosa, di pagarti tramite Bitcoin.
- È possibile creare Bitcoin tramite processi molto laboriosi e impegnativi tramite l’utilizzo di un computer, grazie ad un processo chiamato “mining”
Le persone si stanno sempre più convincendo a passare a questa forma di pagamento, in quanto a molti piace il fatto che Bitcoin non sia controllato dal governo o dalle banche.
Ognuno, ovviamente, può utilizzare questo criptovaluta in modo abbastanza anonimo. Nonostante tutti i movimenti e transazioni siano registrati, è praticamente impossibile sapere a chi appartiene quel numero crittografato, a meno che non si renda pubblico da parte del proprietario o di chi ha effettuato quella transazione.
In cosa consiste il processo del Mining
Per far sì che tutto il sistema che si trova dietro alle criptovalute Bitcoin funzioni al meglio, l’azienda ha inventato un metodo per poter “racccogliere” Bitcoin semplicemente utilizzando o mettendo a disposizione il proprio computer. Infatti i nostri pc sono stati realizzati per svolgere dei problemi (matematici e non) incredibilmente complessi da sviluppare; l’azienda di criptovalute ha pensato allora di poter far svolgere questi problemi complessi ai computer di chiunque voglia partecipare, in modo da aumentare la sicurezza del sistema. La ricompensa? Ogni tot di tempo (dipende però dalla potenza quantitativa del proprio computer), l’azienda fornirà un Bitcoin gratuito. Questo processo prende il nome di “mining”.
C’è però un problema, come in tutte le cose troppo belle per essere vere: per poter effettuare con successo il “mining”, serve una potenza quantitativa enorme, cosa che i nostri comuni pc, e anche quelli di fascia medio-alta, non riescono a raggiungere. Questo perché per poter effettuare con successo il processo di mining, bisogna possedere un’unità computativa molto efficiente, e inoltre il processo di mining è un processo lento e laborioso, tanto che alcuni utenti, stanno pensando di creare dei PC apposta per il mining.