Sen. Aldo Di Biagio, Civica Popolare, candidato alla Camera dei Deputati nella ripartizione estera Europa. Ultimi giorni di campagna elettorale. Che aria tira nel Vecchio Continente?
Sicuramente non c’è un clima di entusiasmo elettorale, soprattutto in quelle regioni in cui maggiormente sono state registrate negli ultimi anni criticità, soprattutto sotto il profilo della contrazione dei servizi consolari. I nostri connazionali hanno un legittimo ed urgente bisogno di una politica di fatti e accolgono positivamente quando ci si sofferma su cosa è stato fatto e cosa si vorrà fare nei prossimi mesi.
Un’urgenza di pragmatismo che spero saprà orientare il voto soprattutto tra coloro che hanno a cuore la credibilità del Paese ed un progetto di riqualificazione dell’Italia in barba allo sfascismo dominante tra alcune forze comunque attive in Europa soprattutto tra le giovani generazioni.
Secondo le info che abbiamo raccolto, secondo diverse testimonianze, anche in Europa si registrano forti ritardi nella consegna delle schede elettorali, e ancora schede perse o consegnate a indirizzi di persone decedute. Sembra che non tutti i nostri connazionali siano stati messi in condizione di votare… Lei come commenta?
Ho notato che rispetto a cinque anni fa, c’è stata maggiore puntualità se non un vero e proprio anticipo nella ricezione delle schede, di contro però ritengo sia assolutamente fisiologico che la macchina organizzativa si inceppi, sia per motivi meramente logistici, sia per errato o nullo aggiornamento dei dati aire. Il sistema di gestione per corrispondenza è troppo complesso e potenzialmente esposto a impasse, soprattutto in assenza di una riforma sistemica della disciplina di voto, per sperare che tutto fili lisci.
Malgrado tutto mi sono impegnato personalmente a contattare i vari consolati nel caso di anomalie nella ricezione, come quando – giusto per fare un esempio – qualche connazionale ha ricevuto solo il plico in cui risultavano assenti le schede, criticità prontamente risolta dal consolato in tempi celeri.
Un bilancio lo potremo fare soltanto alla fine delle consultazioni elettorali, ma per il momento posso solo ammettere che in assenza di una riforma del sistema le derive funzionali sono inevitabili.
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Il meccanismo elettorale con cui votano gli italiani nel mondo fa acqua da tutte le parti, in effetti; eppure – nonostante le tante denunce – nessuno finora ha avuto la forza di cambiarlo, di migliorarlo e metterlo in sicurezza. Perché? La politica ha fallito?
Parlare di fallimento della politica è errato, perché non è la politica a fallire ma sono le priorità dei singoli, partiti o movimenti, a dettare il ritmo di ciò che deve “fallire” o meglio soccombere in termini di istanza politica, rispetto ad un’altra.
Le proposte in materia sono state molteplici, io stesso ho sostenuto la proposta avanzata dal collega Micheloni fin dalle prime battute della legislatura, e non sono mancate occasioni di confronto soprattutto con il MAECI. E’ mancata la volontà politica corale, anche perché per approdare ad una riforma è necessario un lavoro multilivello che coinvolga i ministeri competenti e tutte le rappresentanze degli italiani all’estero.
Credo che il primo punto della prossima legislatura sarà convocare un tavolo tecnico alla Farnesina per avviare lavori preliminari che conducano ad un testo unico, che potrà – essendo frutto di un lavoro congiunto – giungere ad un iter celere e privo di rallentamenti politici. Sicuramente mi farò garante di questa proposta, qualora la mia presenza venga confermata in Parlamento.
Si avvicina lo scrutinio del voto estero. Lei sarà a Castelnuovo di Porto?
Sicuramente, come ho sempre fatto in occasione delle ultime elezioni. Monitorare il corretto svolgimento di uno scrutinio complesso su cui la superficialità degli scrutinatori è stata più volte appurata, non è solo un diritto del candidato ma un dovere per la tutela della correttezza del voto dei nostri connazionali.
Anche lo scrutinio centralizzato è stato ogni volta criticato con forza. Tuttavia anche in questo caso, nulla è cambiato. Non esiste dunque volontà politica di migliorare le cose?
Lo scrutino centralizzato a parer mio è l’ultimo dei problemi. Sicuramente in un’ottica di riforma complessiva e sistemica anche questo aspetto verrà rivisto e riadeguato ad esigenze di maggiore funzionalità ed operatività.
Se dovesse scommettere oggi su chi vincerà le elezioni in Europa, su chi scommetterebbe?
Non sono solito scommettere né fare pronostici, anche perché la proliferazione di liste, la confusione dei programmi politici unitamente a quello che definisco scarso entusiasmo elettorale, rendono davvero complesso fare previsioni. Posso però ammettere che il senso di responsabilità dei nostri connazionali è ancora forte e non totalmente offuscato dalla demagogia e dal livore che vanno per la maggiore sul territorio nazionale.
Che farà Aldo Di Biagio dopo le elezioni se non dovesse conquistare il seggio parlamentare?
Credo che ci sia il tempo per pensarci, e non credo che sia opportuno parlarne ora. I progetti sono tanti, ma la mia priorità al momento è concludere quanto ho avviato dieci anni fa in parlamento. Per il dopo avremo modo e tempo.