“Ritorna nel dibattito sulla riforma elettorale il solito mantra dell’abolizione della Circoscrizione estero con annesso depennamento della legge Tremaglia accusata, ciclicamente, di essere foriera di mali di varia natura, capro espiatorio delle lacune del sistema politico e parlamentare che – sappiamo bene – hanno radici in ben altri scenari”. Lo dichiara in una nota Aldo Di Biagio, senatore di AP-Ce eletto in Ripartizione Europa.
“L’accanimento verso gli eletti all’estero – spiega – si arricchisce sempre di nuovi dettagli e non ci stupiamo se ad influenzarlo vi potrebbe essere uno “schiaffo morale” nei confronti dell’elettorato estero reo di aver votato per il 70% a favore del “si” in occasione della riforma costituzionale del 4 dicembre. Insomma una responsabilità riformatrice pagata a caro prezzo”.
DI BIAGIO RISPONDE A PARAGONE, “DI VOTO ESTERO NE CAPISCI POCO…”
“Ma si fa sempre un po’ fatica a capire la ratio del metodo “all’italiana” – sottolinea – che giustifica ciò che non funziona scaricando un carosello di colpe sul malcapitato “qualcosa” o “qualcuno” che c’entra poco o niente”.
“Il voto all’estero è espressione di un diritto indifferibile e costituzionalmente sancito di partecipazione democratica necessaria e la sua abolizione – immotivata – sarebbe effettivamente un vulnus democratico malgrado qualcuno millanti il contrario dimostrando di non conoscere né la legge né la circoscrizione stessa per questo – conclude Di Biagio – chi chiede l’abolizione se ne assuma anche la responsabilità, non solo di compromettere la tenuta della rappresentanza democratica del Paese ma di rompere quel valido cordone ombelicale tra Paese e mondo dell’emigrazione, costruito e tutelato in anni di impegno e di piccole conquiste, trascurando anche che quel voto e quella rappresentanza sono il veicolo della promozione del made in Italy e del brand “Italia” nel mondo”.
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