Pier Luigi Bersani prova ad allontanare il ‘fantasma’ dell’Unione e del governo Prodi, appeso al filo di una maggioranza troppo esile. ‘Penso che non avremo un problema di numeri anche al Senato e comunque ci rivolgeremo a forze di centro e europeiste’, garantisce il leader Pd in una delle tante interviste che in questi giorni sta rilasciando a tv e giornali stranieri per assicurare che il centrosinistra ‘sara’ coerente con gli impegni Ue ma alle riforme necessarie di Monti aggiungera’ un di piu’ di lavoro e di equità’.
E’ chiaro che la decisione di Mario Monti sulla sua candidatura condiziona le scelte elettorali del Pd. La presenza del Professore, spiegano fonti democratiche, cambierebbe gli slogan e soprattutto i calcoli per vincere. Soprattutto al Senato, dove il premio di maggioranza e’ su base regionale, la presenza di una forza di centro con percentuali a due numeri, cosi’ come la prospettiva di un’alleanza Pdl e Lega, potrebbero impedire al Pd di avere numeri certi. Per questo, se il Professore trarra’ il dado, oltre a valutare la necessita’ di una lista unica Pd e Sel, servirebbe a drenare voti la presenza di piu’ liste. In attesa delle scelte di Monti, oggi Bersani ha incontrato Bruno Tabacci che al termine da’ per certo uno scenario con il Pd, Sel e ‘un’area di centro democratico, con una presenza qualificata di moderati e di riformatori’, formata dai Moderati di Giacomo Portas, Diritti e Liberta’ dei fuoriusciti dell’Idv.
La prima prima prova di serieta’, per dimostrare che il nuovo centrosinistra non fara’ gli errori del passato, sara’ la formazione delle liste elettorali. Bersani e’ oggetto di pressioni uguale e contrarie: da un lato le federazioni locali, in Liguria come in Toscana e in Emilia Romagna, premono per le primarie dei parlamentari e per evitare come nel 2008 di vedersi i parlamentari paracadutati da Roma. In Liguria si parla gia’ del 13 o del 20 gennaio, a seconda della data del voto, per fare primarie aperte cosi’ come in Emilia Romagna non si vuole rinunciare al ‘Selection day’. Dall’altro lato, pero’, quasi tutto lo stato maggiore del partito e’ scettico sulle primarie, anche per mancanza di tempi, e preferirebbe una discussione in sede al partito e non una scelta da parte degli iscritti.
Domani Pier Luigi Bersani provera’ a sciogliere, in vista della direzione nazionale della prossima settimana, il rebus in una riunione con i segretari regionali. La posizione del segretario e’ nota a tutti: con il Porcellum bisogna trovare un modo per coinvolgere i cittadini nella scelta dei parlamentari. Bersani punta molto a valorizzare le indicazioni del partito sul territorio e, come spiega un fedelissimo, ‘sicuramente non ha ne’ la voglia ne’ l’intenzione di chiudersi in una stanza a Roma per stilare le liste’. Ma tra il dire e il fare, in un partito in cui i vari capibastone vogliono decidere, non sara’ semplice ma il segretario sembra determinato alle primarie.
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