Matteo Renzi si dovrebbe dimettere in caso di sconfitta al referendum? “No, non c’entra niente. Non esiste”, risponde Pier Luigi Bersani a In Onda, su La7. “Quando è stato bocciato il referendum proposto dal centrodestra, nessuno si è dimesso. Per dire…”.
Succede però che il premier Renzi ha fortemente personalizzato il referendum costituzionale di ottobre: “Se il referendum non passa termina la legislatura”, ha detto il presidente del Consiglio, e “termina l’esperienza di questo governo”.
Sulla bocciatura da parte della direzione Pd dell’ordine del giorno Speranza-Cuperlo sulla legittimità di schierarsi per il no al referendum da parte degli iscritti del partito, Bersani a In Onda commenta: “E’ legittimo che un partito decida la posizione del partito ma, chiedo, se uno del Pd vuole votare no al referendum sulla riforma è sempre del Pd? Se la Costituzione diventa un fatto di un governo creiamo davvero un precedente pericoloso”.
Secondo Bersani “stiamo raccontando un film che non corrisponde alla situazione reale della gente. Un film avvalorato da un contesto di informazione e establishment rispetto al quale sempre più gente si sente estranea”. “Renzi è venuto a dirci che è difficile interpretare il voto delle comunali, che il governo sta lavorando bene, e poi o con me o contro di me, e per tutto il resto ‘ciaone’. Ecco, io non posso uscire tranquillo da quella Direzione, perchè penso che un’impostazione così non corrisponde a un rapporto con la realtà”.
Dunque il si’ di Pier Luigi Bersani alle riforme costituzionali non e’ scontato. “Basta che non cambino le carte in tavola e il bambino nella culla perche’ se il partito diventa il comitato del si’ e la costituzione il fatto di un governo, allora noi facciamo un precedente veramente pericoloso. E io non posso essere d’accordo”, ribadisce.
Discussione su questo articolo