Nella Missione Cattolica di Berna, alla presenza dell’Ambasciatore italiano in Svizzera, Marco Del Panta, il direttore regionale della Radiotelevione svizzera di lingua italiana, Maurizio Canetta ha intervistato Ignazio Cassis, Consigliere federale e capo Dipartimento affari esteri in Svizzera.
Prima dell’incontro il Consigliere Cassis ha ricevuto i saluti del sottosegretario italiano agli affari esteri, sen. Ricardo Merlo e della coordinatrice MAIE Europa cav. Anna Mastrogiacomo, giunti attraverso il coordinatore del Movimento Associativo italiani all’estero del Canton Ticino Gerolamo de Palma.
Erano gli anni venti quando i nonni italiani del Consigliere Ignazio Cassis si stabilirono in Svizzera, quindi rinnegare le proprie origini è impossibile oltre che impensabile.
Per chi pensa e sogna in italiano lasciare il passaporto tricolore è stata una scelta dovuta, un rappresentante del Governo deve rappresentare il Paese e non deve dare spazio a fraintendimenti di qualsiasi natura, questo uno degli argomenti trattati.
Il Direttore Canetta, come sempre professionale, garbato e diretto, ha proposto domande interessanti per comprendere il presente e il futuro della Svizzera, dai rapporti con l’Unione Europea ai patti bilaterali con l’Italia in merito ai frontalieri, argomento che presenta ritardi nell’attuazione degli accordi sin da quando Angelino Alfano era Ministro degli Affari Esteri del Governo Renzi/Gentiloni.
Sono stati quarantacinque minuti molto intensi e altrettanto utili per conoscere il Consigliere federale e comprendere quale cambiamento ha già apportato la sua presenza, come italofono, nel concetto nazionale di trilinguismo, anche se lo stesso Consigliere ha fatto notare a tutti che le tre lingue sono state importate mentre la vera lingua svizzera è il romancio.
Il suo attaccamento al Canton Ticino, unico Cantone di lingua italiana parlata anche da parte della popolazione del vicino Canton Grigioni, non potrà che apportare visibilità e maggior attenzione verso la lingua italiana, recentemente argomento di discussione e di votazione popolare, vista la concorrenza della lingua inglese, considerata come possibile alternativa alla nostra, ritenuta utile per rapportarsi con i Paesi esteri.
Alcuni dei passaggi molto importanti.
“Verso la lingua italiana non vi è odio ma trascuratezza di interesse”, in Svizzera è il popolo a decidere le sorti del Paese attraverso la democrazia diretta perché “ il popolo ha la facoltà di dire la sua quando vuole dire la sua, questa è la Svizzera”, “bisogna cambiare il metodo di fare politica, perché gli anni futuri non siano come gli ultimi cinquanta”, un chiaro messaggio anche ai partiti italiani ed ai loro rappresentanti in Svizzera, compreso il segretario nazionale del CGIE Michele Schiavone (Pd) e il presidente del Comites di Zurigo Luciano Alban seduti in prima fila.
Grande partecipazione della comunità italofona all’incontro, successo sottolineato anche dagli organizzatori che lo hanno paragonato al successo ottenuto, in termini di presenze, da Giuliano Pisapia; su questa affermazione andrebbe pesata la spontaneità dei partecipanti ai due eventi in termini di interesse personale spontaneo e non politico.
Ampio spazio è stato lasciato agli interventi e alle domande, tra le quali molto acuta l’osservazione del presidente dell’ASDLI, Associazione Svizzera della Lingua italiana, che ha fatto notare come gli investimenti dall’Italia arrivano in tutta la Svizzera, investimenti sulla divulgazione della lingua italiana, mentre nulla o quasi viene fatto dalla Svizzera oltre il Gottardo, dove ci sono molte richieste per frequentare corsi di lingua italiana, alle quali purtroppo non si può dare una risposta positiva proprio per la mancanza di investimenti.
La presenza di molti attivisti del made in Italy, da Luciano Claudio a Rocco de Luca, alla vicepresidentessa dell’ASDLI, signora Manuela Orrigo, ha arricchito la serata di partecipanti all’evento di rilievo, rendendolo elogiabile per intenti e utili confronti, motivo di possibili accordi mirati alla diffusione e alla valorizzazione della nostra cultura, della nostra lingua e del made in Italy in Svizzera.