Quella di ieri e’ stata una giornata che non avrei mai voluto vivere. Ho assistito a scene che non avrei mai voluto vedere. Quel lancio di monetine contro la macchina di Silvio Berlusconi mi ha portato indietro negli anni, a ridosso di un periodo che avrei voluto dimenticare. Quei cori da stadio, quelle urla di baccanti esaltate, quel gioire perfido di gruppi organizzati in piazza mi hanno confermato quel che penso da tempo, ovvero che gli italiani possono essere un popolo generoso, allegro, leale, ma anche cattivo, velenoso, rancoroso, vendicativo, bue.
Poveri illusi quelli che credono che, uscito il Cav da Palazzo Chigi, l’Italia si trasformerà magicamente nel Paese che tutti vorrebbero. Sciocco chi pensa che, tolto di mezzo Berlusconi, questo Paese si possa trasformare di colpo nel nuovo eldorado. Confuso colui che immagina un’Italia moderna, al passo coi tempi, senza corruzione, senza escort, solo perche’ Silvio non e’ più premier.
E’ meschino e profondamente disonesto chi si fa scudo dell’ignoranza altrui mentre diffonde menzogne.
Berlusconi ieri deve aver vissuto uno dei peggiori giorni della sua vita. Proprio lui, che ha vissuto da sempre dell’amore del proprio popolo, si e’ visto sputare in faccia tutto l’odio che comunisti di ogni sorta hanno covato dentro per anni. Contro chi si sfogheranno adesso? Con chi se la prenderanno?
Gli italiani, quelli più moderati, quelli che nella politica del centrodestra si riconoscono da sempre, assistono schifati all’evolversi degli eventi. Tristi, sconsolati, amareggiati e arrabbiati con tutti quelli che non capiscono, che non vedono, perche’ accecati dall’invidia sociale e dal pensiero che loro non hanno i soldi che ha Berlusconi. Come se avere costruito una fortuna fosse un peccato, una colpa da espiare. In tutto il mondo chi con il lavoro e’ stato capace di costruire qualcosa di grande, viene lodato; in Italia, chi ha trasformato e modernizzato il nostro paese, viene messo al rogo. E si dà spazio ai falliti e ai parassiti dello Stato.
Troppa gente nel nostro Paese, da troppo tempo, e’ convinta che tutto il male dell’Italia dipenda da Berlusconi. Silvio non sara’ un santo, ma di certo e’ una persona che ha fatto molto per l’Italia. Uno che si è esposto e ha puntato tutto sul cambiamento. Uno che per vent’anni e’ stato capace di essere protagonista della politica italiana, nel bene e nel male. La cronaca non e’ stata generosa con lui, lo sara’ la Storia.
Il Cavaliere da ieri non e’ più il presidente del Consiglio italiano. Che Dio ci aiuti, perche’ i giorni che verranno non saranno facili da vivere e da gestire. Ancora non sappiamo se Monti avra’ la fiducia del Parlamento. Ancora non sappiamo se le elezioni subito saranno inevitabili o se si potra’ aspettare un anno ancora. Certo e’ che l’Italia per noi non e’ più quella che conoscevamo qualche ora fa. Non sappiamo più chi ci governa, nel totoministri si fanno nomi di sconosciuti, amici di questo e di quello da nominare ministri e sottosegretari per portare l’Italia fuori dalla crisi. A parole. Nei fatti, sara’ difficile. Potra’ davvero super Mario riuscire in cio’ che Silvio non ha potuto fare, per mille ragioni? L’opposizione votera’ le misure che ci chiede l’Europa, necessarie per fare uscire l’Italia dalla palude in cui si trova, contro le quali si e’ opposta fino all’altro ieri? Sapranno le forze politiche mettere da parte le casacche di partito, ora che il capro espiatorio e’ stato tolto di mezzo, per approvare la riduzione del numero dei parlamentari, le riforme istituzionali, quella delle pensioni, quella fiscale, i tagli necessari per poter garantire il pareggio di bilancio nel 2013? Interrogativi legittimi. Staremo a vedere. Certo e’ che Monti non dovra’ dare conto a nessuno perche’ nessuno l’ha eletto; certo e’ che se fallira’ nel suo tentativo, potra’ andarsene dicendo "arrivederci e grazie per l’opportunità", senza che nessuno possa torcergli un capello. Lui ha gia’ vinto, con i suoi 25mila euro al mese di senatore a vita – fra una cosa e l’altra – ed altri privilegi che gli spetteranno finche’ campa. Sara’ anche il tecnico migliore del mondo, ma non e’ stato scelto dagli italiani. Per noi resta un inquilino abusivo di Palazzo Chigi.
Caro Silvio, non avremmo mai pensato che la tua uscita di scena fosse cosi’ vicina e così dolorosa. Che farai ora, tornerai a dedicarti alle tue aziende? Resterai comunque in politica? Comincerai finalmente a goderti le ricchezze che hai accumulato in tutta una vita dedicata al lavoro? Non avere rimpianti, hai fatto il massimo, anzi di più. Nella vita qualche volta si vince, altre si perde. Forse oggi l’amarezza ti gonfia il cuore, ma passata la tempesta tornerai ad essere di buonumore e capirai che la vita ti ha dato davvero tanto, non poteva darti di più: l’immortalità, purtroppo, non è di questo mondo.
Discussione su questo articolo