Silvio Berlusconi torna a parlare e lo fa attraverso un’intervista al Corriere della Sera. La questione terrorismo in primo piano. Sulla possibilità che l’Italia partecipi a operazioni di terra in Siria nel caso di un intervento internazionale il Cavaliere risponde: "Non possiamo illuderci che altri facciano le guerre per noi, e aspettare di lucrarne i benefici. Poi le forme di coinvolgimento di ciascun Paese saranno da valutare secondo i mezzi e le possibilita’ di ciascuno. Ma qualcosa dovremo fare certamente". "Io credo che primo compito di un presidente del Consiglio italiano sia di obbedire all’identita’ e alla storia del nostro Paese, secondo l’insegnamento che da De Gasperi in poi ci ha consentito di svolgere un ruolo inclusivo sul piano delle alleanze. Mi sono gia’ impegnato e mi sto impegnando per favorire la comprensione tra Russia e Occidente. E sono a piena disposizione del mio Paese per sostenere il costituirsi di una coalizione sotto l’egida dell’Onu. Un incontro in Italia dei leader piu’ importanti del fronte contro lo Stato Islamico avrebbe una valenza organizzativa e simbolica importantissima".
"Non vedo un’effettiva consapevolezza della gravità della situazione da parte di molti leader occidentali. Sarà per mancanza di esperienza, per mancanza di idee, per paura, per condizionamenti ideologici… Ma sono molto preoccupato dalla piega che hanno preso gli eventi". Lo afferma Silvio Berlusconi in una intervista al Corriere della Sera nella quale auspica una "grande alleanza" con la Russia per combattere il terrorismo jihadista, ricordando che "la mia linea di politica estera è sempre stata improntata alla collaborazione" tra l’Europa, Washington e Mosca, "a partire dall’intesa di Pratica di Mare, con cui si era messa fine alla guerra fredda".
Berlusconi condivide la posizione di Renzi sul fatto che in Siria non si debbano ripetere gli errori commessi in Libia. "Condivido certamente il fatto che non si debbano ripetere gli errori commessi in Libia. Quanto a Renzi, la prudenza nel combattere il regime di Assad in assenza di un’alternativa migliore e’ un atteggiamento saggio. La prudenza nel combattere lo Stato Islamico — che di Assad e’ mortale nemico — e’ una ambiguita’ che non ci possiamo permettere".
Sui rischi attentati nel caso di intervento attivo dell’Italia, osserva: "La pavidita’ non ci mette certamente al riparo. L’unico modo per stare al sicuro e’ estirpare il cancro alla radice. L’Isis e’ un’organizzazione criminale, ma molto lucida e con molto senso politico. La sua strategia e’ proprio quella di colpire e accentuare le debolezze dell’Occidente".
POLITICA "Le elezioni si dovrebbero fare non per i risultati delle amministrative, ma per ricostruire la democrazia. Sono quattro anni che l’Italia e’ retta da governi non scelti dai cittadini. La storia della Repubblica degli ultimi vent’anni e’ fatta di continui ribaltamenti della volonta’ popolare. Veri e propri colpi di Stato". Su possibili risvolti in caso di sconfitta ai referendum sulle riforme costituzionali sul nuovo progetto di centrodestra, Berlusconi osserva: "Ma io sono certo che vinceremo al referendum. E per riuscirci, ci opporremo in tutti i modi ad una riforma ritagliata su misura per il Pd, che potrebbe consentire a chi abbia il consenso di un italiano su sei di sottomettere il Paese. Si pensi poi a cosa succederebbe se questo meccanismo, che Renzi ha creato per se stesso, portasse al governo Grillo. Non e’ un’ipotesi astratta, tutti i sondaggi dicono che al ballottaggio tra Pd e Cinque Stelle prevarrebbero i secondi. E sono sotto gli occhi di tutti i disastri che i grillini combinano nelle citta’ che amministrano. La particolarita’ di tutti i loro parlamentari e’ che prima di essere eletti al Parlamento non hanno saputo far niente di buono neppure per se’ e per la propria famiglia. Come potrebbero amministrare una citta’ o addirittura il Paese? Percio’ occorre un centrodestra forte, capace di dire ‘no’ al referendum e di vincere alle politiche, superando al primo turno sia il Pd che i Cinque Stelle".
Nel caso di ballottaggio tra Pd e M5S "temo che molti elettori di centrodestra, soprattutto gli elettori della Lega, potrebbero essere tentati di votare il candidato grillino, ma solo per rompere il sistema di potere del Pd. Io personalmente voterei scheda bianca cosi’ come faranno probabilmente molti elettori di Forza Italia. Ma questo e’ un vero e proprio scenario da incubo. Non permetteremo che si realizzi".
ECONOMIA Il leader di Forza Italia passa poi a trattare di questione legate all’economia e al fisco. "Le tasse sulla casa le avevamo già tolte noi nel 2008, e il Pd le ha reintrodotte. Renzi non fa altro che riportare la situazione al punto al quale noi l’avevamo lasciata. Fa bene, ma non è certo una sua idea. Oggi la situazione richiederebbe interventi ben più incisivi, per avere effetto davvero sulla ripresa. E in ogni caso ogni taglio di tasse va finanziato con tagli della cattiva spesa pubblica e non facendo deficit e debito".
SICUREZZA Quanto alla sicurezza "bene gli stanziamenti, se davvero ci saranno, anche se ce ne vorrebbero di più. E comunque servono a poco se non si danno alle Forze dell’ordine anche gli strumenti legislativi necessari per operare di fronte all’emergenza. E poi trovo grottesco il fatto che Renzi approfitti dell’occasione per annunciare elemosine elettorali, sempre finanziate in deficit, come i 500 euro ai diciottenni per andare al cinema. E, con l’occasione, cancellare la modesta riduzione dell’Ires promessa alle imprese".
AEREO RUSSO "Spero e credo che l’abbattimento sia stato un incidente, ma capisco che Putin si senta ‘tradito’ da un Paese che, proprio come la Russia, si oppone all’Isis. Piu’ che stabilire chi ha ragione, e’ fondamentale che non si ripeta mai piu’ un episodio del genere". "Dobbiamo renderci tutti conto che la Russia e’ un alleato imprescindibile, non un nemico. Quanto alla Turchia, negli ultimi anni ha attraversato cambiamenti che non condivido. Questo pero’, ancora una volta, e’ anche una nostra responsabilita’. Nel passato mi sono battuto per l’entrata della Turchia nell’Unione. Sono sempre stato osteggiato dai pregiudizi di molti Paesi europei, Francia e Germania in primis. La parte migliore della Turchia voleva diventare Europa. L’abbiamo tenuta fuori dalla porta. Era inevitabile che prevalessero altri tipi di spinte, in una nazione a cavallo fra Oriente ed Occidente".
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