“I numeri obbligheranno Silvio Berlusconi ad allearsi con Matteo Renzi”. Ne è convinto il politologo Roberto D’Alimonte, che in una intervista a La Verità, quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, spiega: “Berlusconi è impossibile che non si allei con Renzi, perché i numeri lo obbligheranno a farlo”.
Ecco il ragionamento del professore: “Tra proporzionale e maggioritario per avere la maggioranza di 316 seggi alla Camera occorrono percentuali troppo alte: il minimo è 40% di voti con il proporzionale e 70% con il maggioritario. Percentuali impossibili per qualunque partito”. Ecco perché “finirà con due scenari da fantapolitica, scriva proprio così, ‘fantapolitica’. Ipotesi uno: Renzi-Pd e Berusconi-Forza Italia insieme raggiungono la maggioranza. Ipotesi due: non la raggiungono, e Berlusconi porta la sua coalizione (che starebbe al 35%) con Salvini, Meloni, animalisti. Il che significherebbe che Berlusconi deve convincere Salvini a entrare al governo delle larghe intese con il Pd”.
D’Alimonte tuttavia avverte: sarà “improbabile che siano solo Renzi e Berlusconi ad avere la maggioranza” Dunque se l’uomo di Arcore “portasse il 35% con la sua coalizione, non ci sarà competizione Renzi-Berlusconi, perché Berlusconi portando Salvini otterrà di nominare l’uomo per Palazzo Chigi, per esempio Tajani. Ma è fantapolitica pensare a Salvini al governo con il Pd”.
Il Rosatellum è stato pensato per obbligare le larghe intese? “Indubbiamente, perché la matematica non è un’opinione e i numeri non ci sono per alcun partito candidato a governare”.
Per D’Alimonte la questione è molto chiara ed è sotto gli occhi di tutti: “Renzi e Berlusconi hanno voluto una legge elettorale (aspettiamo il voto al Senato, ma ci sarà probabilmente) che desse a loro il potere, a metà ma pur sempre potere”.
Conclusione? “Assistiamo al cambio radicale di un’era politica. Fino a un certo periodo in qualche modo, anche se parziale, gli elettori potevano scegliere chi li rappresentasse in Parlamento. Poi con Porcellum, Italicum e Consultellum è finito il potere dell’elettore di esprimere un’effettiva preferenza, siamo da anni nel regno dei nominati dai partiti”.
Discussione su questo articolo