Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato, in una intervista al Giornale sostiene che Forza Italia deve emanciparsi dalla Lega: “Le forze davvero responsabili devono rompere le barriere dell’incomunicabilità tra loro e cercare le soluzioni. Lo scenario, che è anche quello di un Paese dall’economia debole in cui le imprese sono prese d’assalto dagli stranieri (vedi la vicenda Vivendi-Mediaset), richiede il superamento dei vecchi slogan del passato”.
Per Salvini “stare nel Ppe è una follia, bisogna uscire dall’euro, la Le Pen è il grande esempio. Chiaro che non la pensi come Berlusconi. Che ha tra i suoi più stretti collaboratori Antonio Tajani, il candidato del Ppe alla presidenza del parlamento Ue”.
Fi che vota con la maggioranza sul Salvabanche sembra il segnale di un approccio nuovo verso il governo Gentiloni… “Ho apprezzato molto la disponibilità espressa da Silvio Berlusconi in quest’occasione. Con lui ho sempre avuto buoni rapporti personali, anche quando abbiamo litigato, ma sul piano politico dico ora che è il momento di emanciparsi dal rischio che Fi finisca egemonizzata dalla Lega. In Paesi come la Germania forze socialiste e di centro collaborano, in Francia credo che il conservatore Fillon prenderà molti voti a sinistra contro la Le Pen, anche in Italia siamo di fronte a sfide nuove”.
Per il leader centrista il dopo referendum apre una fase nuova, in cui serviranno larghe intese. “Ho sempre ritenuto che il patto del Nazareno fosse utile all’Italia. E parte delle forze che hanno dato origine all’accordo, Alfano e l’Ncd, sono rimaste al governo. Non sono tra quelli che hanno brindato quando si è sciolto. Credo che la rottura abbia creato problemi a Renzi e a Berlusconi”.
Quindi se Renzi vuol tornare a Palazzo Chigi avrà bisogno di Berlusconi? “Stimo Renzi e molte delle cose che ha fatto. Sono sicuro che se vorrà guidare un altro governo dovrà farlo con uno schema diverso dal passato. Se il Pd sarà il principale partito dello schieramento politico, molto dipenderà dalla sua capacità di tessere alleanze, come fa la Merkel in Germania. Soprattutto se ci sarà il proporzionale, e non vedo alternative, questa è la strada”. E sottolinea inoltre che il sistema elettorale proporzionale, verso il quale si torna, “vuol dire la fine dell’idea dell’uomo solo al comando e dell’incapacità di stringere alleanze”.
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