Berlusconi e Salvini ai ferri corti. La domenica italiana del centrodestra inizia con l’intervista di Silvio Berlusconi al quotidiano Repubblica. Il leader di Forza Italia parla anche del suo rapporto con il segretario del Carroccio: “In privato Matteo mi abbraccia, dice che ho ragione io. Poi in pubblico fa un po’ lo sbruffoncello. Ma ormai lo conosco. Lui lo sa che non può essere il candidato premier“. E ancora: con Salvini “sul programma siamo d’accordo al 95%. Solo sull’uscita dall’euro siamo in disaccordo. Forse è stato sbagliato entrarci”, concede Berlusconi, sottolineando allo stesso tempo che però ormai uscirne oggi provocherebbe un caos totale.
Distante da Salvini, dunque, su euro ma anche sulla data delle elezioni. Il leader delle camicie verdi vorrebbe andare al voto prima possibile, entro giugno massimo. Ma Silvio non è d’accordo e anzi dà a Salvini dell’irresponsabile: “Non si può andare al voto a giugno. Le elezioni prima di novembre sono impossibili. Portare il Paese alle urne in queste condizioni è da irresponsabili”.
A questo punto il centrodestra esiste ancora? Berlusconi ci spera. Ma chiede una legge elettorale che abbia un sistema proporzionale: “Se gli elettori decideranno di dare la maggioranza a un partito o a uno schieramento, questo legittimamente governerà, e naturalmente ci auguriamo di essere noi; se non decideranno questo, sarà inevitabile successivamente al voto fare qualche tipo di coalizione”.
Anche su questo, distante da Salvini: per il leghista parlare di coalizione dopo il voto significa parlare di “inciucio”.
Da Forza Italia pieno sostegno alle parole del Cavaliere. Laura Comi, europarlamentare azzurra: “Ci auguriamo che le parole del presidente di Forza Italia pongano fine per sempre al dibattito sulla leadership del centrodestra che Salvini gioca spesso come strumento di ricatto”. Stefania Prestigiacomo, deputata Fi: “La corsa precipitosa alle urne prima di novembre, come ha sottolineato il presidente Berlusconi a Repubblica, e’ foriera di rischi enormi per il Paese che sta attraversando un periodo delicatissimo dopo i guai combinati dal governo Renzi”. Il senatore Lucio Malan: “Berlusconi si dimostra ancora una volta un vero statista”.
La replica di Salvini
Nel primo pomeriggio, però, tocca a Salvini replicare. Ospite s SkyTG24, Matteo spiega: “Berlusconi dice no al voto a giugno? Far esprimere i cittadini non e’ mai da irresponsabili, molti hanno paura del voto”.
“Gli italiani – osserva il leader della Lega – hanno fatto la fila per esprimersi sulla Costituzione e adesso vorrebbero esprimersi su un Parlamento e un governo credibili e legittimi”. Quindi su Berlusconi e sull’ipotesi di votare a fine legislatura, Salvini commenta: “Buona notte… chi usa la scusa della legge elettorale tira a campare per portare a casa un anno di stipendio per i suoi parlamentari e perché ha paura del voto“.
Salvini insiste, sulla legge elettorale: “Il sistema proporzionale è l’anticamera dell’inciucio”. “Se Berlusconi pensa di prendere voti dal centrodestra per poi portarli a governare col centrosinistra, come ha già fatto Alfano, lo dica prima”.
Sull’ipotesi indicata da Berlusconi riguardante una doppia circolazione euro-lira: “O va bene la moneta tedesca o va bene la moneta italiana, non ci sono vie di mezzo”. Salvini e Berlusconi distanti anche su questo. Non solo. Per Salvini “Berlusconi non ha capito cosa fare sul tema principale, ovvero il controllo della moneta”. E poi attacca: “Questa Europa di cui tutti si lamentano oggi e’ governata da Renzi e Berlusconi, dai socialisti e dai popolari”, dunque “chi ha affamato i popoli non si siedera’ mai al tavolo con me”.
La riflessione
Come si vede, la distanza tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini aumenta ogni giorno di più, a colpi di interviste e dichiarazioni. Indovinare oggi cosa succederà domani è un terno al lotto, ma possiamo cercare di immaginarcelo: addio al centrodestra che fu, altre forze si uniranno per dare voce a quei moderati italiani che guardano a destra ma non si rivedono nella deriva lepenista e leghista del centrodestra italiano. E’ certamente una possibilità.
L’altra sarebbe quella di sempre: centrodestra unito. Ma su quali valori, quali programmi? E per fare cosa? Ancora non si capisce. E’ con questi giganteschi punti interrogativi che le forze politiche di area centrodestra pensano presentarsi davanti agli elettori? Sarebbe un fallimento totale. La fortuna, se vogliamo, per Berlusconi e Salvini, è che dall’altra parte, dalle parti del Pd, per quanto riguarda fuoco amico e battaglie interne sono messi ancora peggio. Nel Pd, si sa, preferiscono perdere che far vincere uno di una corrente opposta. Ma questa è un’altra storia.
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