Il sedici novembre scorso, per l’ennesima volta Berlusconi viene prosciolto dalle accuse mosse contro di lui. Sono già quasi trenta i processi contro Silvio Berlusconi che si concludono con un buco nell’acqua, ed altre trentasette udienze rimangono fissate per le prossime settimane. Il leader del Pdl vince sempre. Perché ha sempre avuto un asso nella manica: la sua opposizione. Quando appena eletto nel 1994 si dimise a causa di un avviso di garanzia ricevuto a mezzo stampa nel bel mezzo di un vertice di forte risonanza mediatica a Napoli, Silvio capì che da un naturale meccanismo di reazione uguale e contraria, contro di lui si stava sviluppando una grande forza che aveva sottovalutato. Così lui, da buon politico imprenditore, comincia a lavorarci sopra nell’intento di trasformare l’ostacolo in trampolino. Comincia a riempire l’Italia di comunisti attentatori delle libertà, trovandoceli in realtà non solo in parlamento, ma anche “dentro la Magistratura, nei giornali, in tv”, insomma dappertutto. L’Italia dei potentati privilegiati si vede minacciata da un uomo venuto dal nulla, libero, senza un passato né una stirpe da rispettare, un uomo senza timori reverenziali. Silvio costruisce il potente motore per la sua corsa politica. Qualsiasi cosa si metta contro di lui è un offesa alla libertà, qualsiasi azione legale rappresenta l’ostinata ossessione di chi vuole fermarlo, le opinioni ed i commenti che lo discreditano risuonano ad echi di voci impaurite.
Berlusconi si erge a paladino delle libertà e della democrazia, in lotta contro quell’Italia ancora feudale ed arcaica, che tenta di difendersi dietro gli scudi di uno statalismo ormai obeso ed immobile. Senza questa opposizione Silvio Berlusconi non sarebbe durato più di una legislatura. Invece è ancora lì, leader indiscusso della politica dopo lunghi diciassette anni. Il Cavaliere conosce bene le regole ingrate del gioco politico, l’instabilità delle alleanze e la frustrazione degli eterni secondi, sempre pronti a tradirlo. Ostacoli che riesce a convertire in vantaggi, con maestria ammirabile. Non contano gli anni di Governo, ma gli anni della sua presenza politica. Silvio Berlusconi sa entrare in acqua, leggere i tempi, localizzarsi ed aspettare l’onda della popolarità per cavalcarla fino a poco prima il momento che l’onda stessa lo travolga, per poi cercare la successiva. Vibra in sintonia con i cicli, si muove dentro la loro forza d’inerzia.
Berlusconi sa benissimo che i suoi alleati sono i suoi più temibili avversari, sa che cercano continuamente il momento propizio per scalciare e gridare, lasciando finalmente libero il proprio ego. Ed è lì, nei momenti più difficili delle scelte impopolari e dell’appello al sacrificio che rimane solo e tradito. Quello è il momento giusto per uscire dal cerchio dell’onda che annegherà, invece, il governo espiatorio che verrà.
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