“Ricandidarmi come capo del Governo? No, ormai mi sono fatto da parte, anche nel mio partito”. A dichiararlo è Silvio Berlusconi, in un’intervista al Financial Times, “la prima da quando si è dimesso”, sottolinea il quotidiano economico, che nel pezzo-intervista dedicato all’ex presidente del Consiglio osserva: “Berlusconi ha ribadito il suo sostegno a Angelino Alfano, il 41enne ex ministro della Giustizia siciliano oggi segretario del Pdl, definendolo il suo erede. Ma per la prima volta ha anche chiarito che il Pdl, ancora oggi il maggior partito presente in Parlamento, farà le primarie per scegliere il suo candidato a primo ministro”. Sempre il FT scrive: “Berlusconi ha espresso il sostegno più forte mai dato finora al governo tecnico di Mario Monti, in particolare sulle ambiziose riforme del mercato del lavoro contestate dai sindacati”. Spiega il Cav: “La speranza e’ che questo governo, supportato per la prima volta da tutto il Parlamento, avra’ la possibilita’ di proporre grandi riforme strutturali, a partire dall’architettura istituzionale dello Stato, senza la quale non possiamo pensare di avere un moderno e realmente libero e democratico Paese”.
Nella stessa intervista il Cavaliere assicura di avere una popolarità pari al 36% di gradimento: “I sondaggi mi danno un gradimento maggiore di quello di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy”. “Se vado per strada blocco il traffico. Sono un pericolo pubblico, non posso uscire a fare shopping”.
L’ex inquilino di Palazzo Chigi ribadisce di essersi dimesso come “atto di responsabilità nei confronti dell’Italia”: “mi sono fatto da parte con eleganza, pur avendo una maggioranza sia alla Camera che al Senato”. Una decisione, quella di dare le dimissioni, presa anche dopo essere stato ripetutamente attaccato sui media: “una campagna ossessiva da parte dei media nazionali ed esteri, che accusavano personalmente me e il governo per l’elevato spread dei titoli di Stato italiani e per la crisi sui mercati azionari”.
Silvio Berlusconi quindi conferma: il suo ruolo, oggi, è quello di “padre nobile” del partito, niente di più. E Palazzo Chigi è solo un ricordo del passato.
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