Silvio Berlusconi non vuole più tirar fuori nemmeno un centesimo per il proprio partito. Chi gli sta più vicino riferisce di un Cavaliere assai deciso in questo senso: “Basta, non pago più. Forza Italia deve autofinanziarsi. Dobbiamo creare un movimento con una struttura leggera”. L’uomo di Arcore vuole tornare alle origini, a un partito che sappia trovare i fondi necessari ad andare avanti, stop a coordinatori vari, avanti con il taglio alle spese di gestione. Anche in quest’ottica arriva il trasferimento del partito da via dell’Umiltà a piazza San Lorenzo in Lucina: un trasloco che consentirà al PdL/Forza Italia di risparmiare oltre due milioni di euro l’anno solo per l’affitto. Stop anche ai contributi che il partito dava ad alcune iniziative sul territorio: da ora in poi il palco, i manifesti, le strutture varie saranno a carico degli organizzatori, Berlusconi non pagherà nulla. Anche gli impiegati del partito sono destinati a diminuire: alcuni di loro sono già stati trasferiti negli uffici del gruppo in Parlamento, così a pagare non sarà Silvio, ma – alla fine – i contribuenti italiani.
Fra le idee che ha in testa Silvio, c’è anche quella di un partito un “franchising”: ovvero, Berlusconi consentirebbe ad alcuni imprenditori di “adottare” il partito a livello locale. Ai costi di gestione penserebbero loro e B avrebbe comunque modo di mantenere forte la struttura a livello territoriale.
Insomma, il Cav fino ad oggi ha fatto buon viso a cattivo gioco, ha messo più volte mano al proprio portafoglio, ma a quanto pare si è stancato di scucire sempre di tasca sua. Un movimento più snello può essere la soluzione. Da oggi in poi, il partito dovrà farcela da sé.
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