Un appello all’unita’ e a superare le incomprensioni tra ex An ed Ex Fi. A chiederlo e’ Silvio Berlusconi che, con Angelino Alfano, riunisce per quasi quattro ore l’ufficio di presidenza del Pdl a palazzo Grazioli. E non si lascia sfuggire, con l’occasione, un affondo contro l’ex alleato Gianfranco Fini (reo di aver fatto crollare la maggioranza di centrodestra) che gli risponde per le rime. Di carne al fuoco ce n’e’ molta: i malumori sulla legge elettorale innanzitutto, ma anche le tensioni sempre piu’ evidenti tra le diverse anime del partito sulle scelte per il futuro.
La sensazione di molti pero’ e’ che i problemi siano solo accantonati, pronti a tornare a galla non appena si chiudera’ la tornata elettorale delle elezioni amministrative. Ed e’ proprio per evitare una campagna elettorale disastrosa che l’ex capo del governo chiede di serrare i ranghi perche’ un partito compatto puo’ dettare l’agenda delle riforme e condizionare il resto delle forze che sostengono la maggioranza. Il primo obiettivo e’ la riforma del mercato del lavoro che per il Cavaliere va assolutamente realizzata per ammodernare il Paese. L’ex capo del governo guarda poi alla riforma della legge elettorale: ‘questo sistema ci vede in difficolta’, e’ il ragionamento di Berlusconi che non esita a puntare il dito contro il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: ‘Continua a dividere strumentalmente i moderati’.
Il pensiero del Cav. resta sempre lo stesso: ‘trasformare’ il Pdl in un grande partito dei moderati in modo da scippare proprio al leader centrista la regia dell’operazione. Ecco perche’ un sistema elettorale ‘tedesco’ che premi i partiti e non la coalizione, ferma restando l’indicazione del premier, potrebbe essere utile. Il Cavaliere in privato non aveva fatto mistero di apprezzare l’ipotesi di modifica ed oggi non ha esitato a discuterne con il partito. La soluzione pero’ continua a far ‘storcere’ il naso a molti nel Pdl soprattutto agli ex An contrari a qualsiasi prospettiva che miri a scardinare il bipolarismo. Ecco perche’ per evitare di gettare altra benzina sul fuoco l’ex capo del governo come il segretario del Pdl invitano alla cautela perche’ ‘l’argomento e’ complicato’. Di testi scritti ancora non ce ne sono, ha messo in chiaro anche il segretario del Pdl. L’argomento sara’ di nuovo oggetto di discussione nella riunione dei tecnici dei partiti della maggioranza in programma per domani.
Ma a dividere aennini e azzurri della prima ora sembra essere proprio la prospettiva futura e i connotati del partito. Fermi sulle loro diverse posizioni infatti sarebbero stati Giancarlo Galan e Ignazio La Russa, protagonisti proprio nei giorni scorsi di un duro botta e risposta a distanza. A mediare tra i due sarebbe stato sempre il Cavaliere mettendo bene in chiaro che i principi che lo hanno portato in politica nel 94 sono gli stessi di oggi ma che per realizzarli serve ammodernare l’architettura dello stato. L’ex ministro della Difesa ha tenuto a sottolineare come tutti abbiano investito nel Pdl e chi non e’ d’accordo deve comportarsi di conseguenza.
Convitato di pietra della riunione e’ Gianfranco Fini che con Angela Merkel si contende i passaggi piu’ duri dell’intervento dell’ex capo del governo. Al presidente della Camera il Cavaliere impunta la diaspora di Fli come la causa della sua caduta ‘Saremmo ancora al governo, forti della nostra maggioranza alla Camera e al Senato’. Un attacco al quale il presidente della camera risponde con ironizzando:’Ringrazio Berlusconi per il merito che mi ha riconosciuto: Se fossi stato zitto e buono lui sarebbe ancora premier. E l’Italia sarebbe alla bancarotta’, scrive su Twiter.
Il Cavaliere e’ ancora piu’ pesante contro la Cancelliera tedesca, colpevole con la sua politica del rigore di aver condizionato negativamente l’azione dell’Europa: La cura che l’Ue individua per questo nostro paese la conosciamo gia’- sice l’ex premier – e ha gia’ determinato il disastro per la Grecia e ora inizia a determinarlo in Spagna’.
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