Silvio Berlusconi, dalla Sardegna, dove sta trascorrendo un week end di riposo ma che gli serve anche per fare il punto della situazione, torna ad assicurare gli italiani: l’Italia ce la farà ad uscire dalla crisi. E la legislatura andrà avanti fino alla sua scadenza naturale, ovvero fino al 2013. L’ipotesi del voto anticipato quindi "non esiste più". Il presidente del Consiglio, in un lungo colloquio con il Corriere della Sera, dice basta al "disfattismo" dell’opposizione e ribadisce: soltanto questo governo potrà aiutare l’Italia a riprendere il cammino verso la crescita. L’esecutivo lo farà mantenendo gli impegni presi con l’Unione Europea e portando avanti le misure per lo sviluppo del Paese.
Il 9 e il 10 novembre il premier presenterà alla Camera "gli impegni con l’Europa": "Il Parlamento deve rendersi conto che quello che abbiamo presentato al Consiglio europeo è un programma vincolante. L’Italia continuerà a essere sostenuta dalla Bce solo se saremo in grado di approvarlo, trasformando le parole in fatti. Altrimenti, non ci saranno più aiuti per questo Paese". Basta con questa opposizione che non sa fare altro che chiedere "un mio passo indietro": un’opposizione che non vuole capire che questo non è il momento di litigare, ma di lavorare insieme per l’Italia. Poverini quelli del Partito Democratico, con "Bersani impelagato nella lotta sulle primarie che lo vede coinvolto in una difficile sfida interna, soprattutto con Renzi".
Al fine di fare approvare i provvedimenti necessari per lo sviluppo, il Cavaliere è pronto a "mettere la fiducia", perchè non esistono percorsi alternativi, le misure che ci chiede l’Europa vanno messe in campo, è ora di passare dalle parole ai fatti, sottolinea: in Europa "tutti mi hanno fatto i complimenti per la lettera di impegni che ho assicurato saremo in grado di onorare".
Il rapporto con la Lega? Solidissimo. "Faremo il federalismo", così come ci occuperemo della riforma della giustizia, civile e penale.
Insomma, Berlusconi non molla, non si lascia piegare da un’opposizione che non ha niente da dire se non chiedere le dimissioni del premier, un’opposizione vuota, senza idee e senza una verga leadership. Dove vogliono andare Bersani, Di Pietro e compagnia, se non sanno neppure quale programma offrire all’Italia?
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