Che le intercettazioni a scroscio e a getto continuo siano indegne di un Paese civile Silvio Berlusconi l’ha detto più volte, anche in diverse conferenze stampa; e in un linguaggio adeguato al ruolo istituzionale che ricopre. Se poi in privato si è espresso in modo colorito, come un qualsiasi cittadino stanco di soprusi, è segno ancora una volta della sua schiettezza e della sua autentica sete di libertà, che è poi la sua bandiera politica e la sua magnifica ossessione privata.
Ma siccome solo a lui è riservato il privilegio di essere seguito, osservato, spiato, giudicato e imputato della qualunque; solo a lui sono negati i diritti universalmente riconosciuti, alla privacy, alla sfera intima, alla ricchezza che altri accumulano e nascondono e che lui distribuisce a piene mani convinto di essere più amato; e perfino alla felicità, diritto costituzionalmente previsto dalla grande democrazia americana; siccome solo per lui la gogna mediatica diventa una forma di informazione rispettabile, puo’ accadere, e purtroppo accade sovente, che i politici più scafati e i giornalisti più militarizzati ne facciano argomento quotidiano di indegnità o inadeguatezza del ruolo, strombazzando ai quattro venti la stanca litania delle dimissioni.
Pare che le dimissioni del Cavaliere siano diventate la panacea di tutti i mali e l’antidoto di tutti i veleni; chiunque al suo posto farebbe il miracolo, perfino l’odiato Marchionne ha avuto la sua nomination. Dagli stessi che ne hanno stigmatizzato la politica industriale.
Una cosa sola vogliamo aggiungere: in qualsiasi circostanza che ci abbia in qualche modo coinvolto, siamo sempre stati dalla parte della vittima o di quella che ritenevamo tale. Per noi Berlusconi è vittima dell’invidia dei molti italiani che attribuiscono ad altri le ragioni delle loro sconfitte personali e che in lui trovano il punchball da colpire per sfogare la loro rabbia.
Sono gli italiani allevati nell’orbita culturale della sinistra più virulenta, viziati da uno Stato mamma che li ha cullati nella loro accidia. Sono questi italiani secondo noi i veri responsabili del declino del nostro grande Paese: coloro che forse più di una volta, in più di una circostanza, si sono trovati a definire in privato l’Italia con la stessa espressione e lo stesso sconforto del presidente Berlusconi.
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