Dopo il voto del 4 marzo sembra che la campagna elettorale non sia ancora finita. Certo è che è piena campagna in Friuli Venezia Giulia. In quella regione si stanno concentrando in queste ore gli sforzi dei vari leader politici. Ma la partita che si gioca a livello nazionale resta sempre sullo sfondo, anche quando si tratta di elezioni più legate al territorio.
Silvio Berlusconi non si sta affatto risparmiando. L’82enne sembra un ragazzino quando percorre le strade in salita del Friuli e quando parla alla folla che lo accoglie sempre con grande calore. E dal FVG l’uomo di Arcore si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Non ho mai insultato gli esponenti del Movimento 5 Stelle, ho fatto una battuta sul fatto che molti di loro non avevano mai lavorato, una cosa risibile rispetto a quello che hanno detto loro, che mi hanno definito il male assoluto”.
Berlusconi ribatte anche a Di Maio, sul conflitto di interesse: secondo il leader azzurro “il M5S e’ di proprieta’ di una srl posseduta da un privato che non si e’ mai fatto votare”, “non mi sono chiare le sue finalità”.
Quanto detto da Luigi Di Maio su Mediaset, poi, “è da anni Settanta, da esproprio proletario” e “se c’è un movimento che dovrebbe stare zitto è il M5S che appartiene a un professionista della comunicazione mai votato da nessuno”.
“Escludo che Mediaset si sia messa al servizio mio o di qualcuno per lanciare messaggi. Io mi lamento sempre di come Mediaset sia con tutti e come sia con noi perche’ non vuole dare impressione di essere un’azienda partigiana”.
Il Berlusca non crede a un governo M5S-Pd, “il dem sparirebbero dalla scena politica, per loro sarebbe un suicidio. Non credo dunque che arriveranno ad un accordo. Il Pd è nostro avversario, ma è certamente un partito democratico: se il Pd si accoppiasse con M5S segnerebbe la sua scomparsa dal panorama politico italiano”.
Il presidente di Forza Italia da tempo indica la sua soluzione: “Il centrodestra si presenti al governo con un programma da approvare nei primi 100 giorni e vada a trovare il sostegno dei voti in Parlamento. Penso che alcuni potrebbero anche votare con l’astensione, che farebbe calare il numero di voti per raggiungere la maggioranza”. E l’ipotesi di voto a ottobre, sempre più sulla bocca di tanti? “Credo che appena dopo un’elezione sia difficile che se ne facciano di nuove”.