Silvio Berlusconi commenta il risultato del referendum con una nota diffusa alle agenzie, nella quale il Cavaliere si dice “soddisfatto” per l’esito del voto: “La maturità e il senso di responsabilità degli italiani hanno consentito di evitare il rischio di una deriva autoritaria, di un uomo solo al comando, al quale ci avrebbe condotto questa riforma costituzionale”.
Va beh, ha vinto il No. E adesso che succede? “Il Partito Democratico conserva una chiara maggioranza in Parlamento – sottolinea Berlusconi -, anche se dipendente dal contributo determinante di transfughi eletti con il centro destra. Spetta dunque al Partito democratico dare vita ad un nuovo governo con il compito di mettere in sicurezza i conti pubblici con l’approvazione della legge di bilancio e soprattutto di consentire al Parlamento l’approvazione di una nuova legge elettorale basata su criteri che garantiscano la effettiva corrispondenza tra la maggioranza parlamentare e la maggioranza espressa dagli elettori”.
“Abbiamo fiducia nel ruolo di garante del Capo dello Stato che vigilera’ certamente su questa fase delicata con equilibrio e imparzialita’. Siamo certi che il Presidente della Repubblica sapra’ individuare la soluzione piu’ corretta per assicurare agli italiani in tempi brevi la possibilita’ di votare e di scegliere finalmente, dopo tre governi non eletti, il governo a cui intendono affidare la guida del Paese”.
“L’esito referendario naturalmente non cancella anzi rafforza la necessità della quale abbiamo parlato tante volte nelle scorse settimane, di una diversa riforma costituzionale, una riforma condivisa e non lacerante per gli italiani. La riforma della quale l’Italia ha bisogno davvero – continua la nota -, deve comprendere alcuni principi che consideriamo fondamentali: 1) Un limite costituzionale alla pressione fiscale, che nessun governo possa superare. 2) Il vincolo di mandato ai parlamentari. Non è consentito tradire il mandato degli elettori: chi non se la sente di stare nel partito in cui è stato eletto deve dimettersi. 3) Diminuzione vera del numero dei parlamentari che devono essere ridotti di più della metà: 300 deputati invece degli attuali 630 e 150 Senatori invece degli attuali 315. 4) Elezione diretta del Capo dello Stato: il massimo vertice delle istituzioni deve essere scelto dai cittadini, non dai partiti”.
Insomma, il Cav non infierisce sulla sconfitta di Renzi. Il Berlusca resta ad Arcore, martedì a pranzo vedra’ i vertici del partito e forse tornera’ nel pomeriggio a Roma, anche per prepararsi alle consultazioni al Colle: sara’ lui a guidare la delegazione.
Berlusconi vuole capire chi sara’ a guidare la transizione e come si evolvera’ il confronto nel Pd. Il Cavaliere punta dritto sulla legge elettorale e ribadisce di essere disponibile ad un tavolo, anche con il segretario dem, sul proporzionale. Con la legge proporzionale saremo piu’ liberi e decisivi, potremmo dettare condizioni, ha ribadito ai suoi.
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