E così ieri dal Consiglio dei ministri non e’ arrivato il tanto atteso decreto. Tanto rumore per nulla, come si dice in queste occasioni. Non e’ bastato il vertice PdL a Palazzo Grazioli per preparare il giusto clima in Cdm, ne’ sono bastate le rassicurazioni di Silvio Berlusconi a Giorgio Napolitano: il presidente della Repubblica aveva sollevato forti dubbi sul fatto di uscire dal Consiglio con un decreto, eppure questo era ciò che sarebbe stato giusto fare.
Le opposizioni, Pd, Idv e Terzo Polo, chi più chi meno, godono nel vedere il governo in crisi. Tuttavia dovrebbero capire che questa impasse nell’esecutivo non fa bene all’Italia, c’e’ poco da ridere se da Palazzo Chigi ieri sera non sono venute fuori indicazioni serie e azioni concrete da portare a Cannes, sul tavolo del G20.
L’Italia non e’ la Grecia, nemmeno la Spagna, ma rischiamo grosso. Lo spread e’ arrivato a livelli eccezionalmente preoccupanti e ciò non aiuta i mercati a fidarsi del nostro Paese.
In questo clima politicamente incerto, in questa congiuntura economica davvero drastica per l’Italia, spuntano fuori 12 dissidenti del PdL che minacciano di togliere la fiducia al governo Berlusconi. Fra questi, anche nomi importanti, come Giorgio Stracquadanio o Isabella Bertolini. Stracquadanio non ci e’ mai piaciuto; abbiamo capito da subito che probabilmente e’ un affarista all’interno del partito, uno pronto a voltare le spalle al proprio leader se questi non si decide a finanziare il suo giornaletto online (chiuso perché “non abbiamo soldi” tempo fa); uno che "non vale nulla a livello politico", come ha sottolineato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni.
Ieri Stracquadanio e’ intervenuto telefonicamente in diretta a Porta a Porta, per dire a Vespa che in realtà "noi chiediamo a Berlusconi di fare un passo avanti", non indietro, "e per chiedere di aprire la maggioranza all’Udc". Solo che, ha osservato Vespa, e’ l’Udc che non vuole avere nulla a che fare col Cavaliere. Insomma, Stracquadanio non sa neppure lui cosa vuole, un giro di parole per non dire nulla. Tant’e’ vero che, capito questo, Vespa ha tagliato la conversazione e ha interrotto la telefonata ringraziando velocemente senza aggiungere altri convenevoli, togliendo la voce ad uno Stracqua che avrebbe voluto continuare a parlare del vuoto.
Fra i malpancisti che ieri si sono incontrati in una riunione carbonara a Roma anche Guglielmo Picchi, deputato del PdL eletto dagli italiani all’estero, uno che non si e’ mai sprecato per il partito, uno di quegli onorevoli che a Roma ci viene in vacanza per due giorni e poi se ne torna a casa sua (lui vive a Firenze). Picchi non ha una segreteria (provate a chiamare al suo ufficio della Camera, non vi risponderà nessuno, a meno che lui sia in ufficio e allora sarà egli stesso ad alzare la cornetta del telefono), non ha un ufficio stampa ne’ lo ha mai avuto, da quanto ci risulta. Picchi e’ pronto a passare all’Udc da un momento all’altro, hanno confermato fonti parlamentari a ItaliaChiamaItalia, anche se lui per ora smentisce. Vedremo che succederà, certo e’ che Guglielmo con il PdL ormai ha chiuso. Dicono stia mendicando un posto sicuro in una lista bloccata in Italia, ma sarà difficile. Di sicuro in Europa Picchi non lo vota più nessuno; evidentemente la paura di non essere rieletto e’ forte: pare che lui sia uno di quelli che fuori dal parlamento probabilmente impazzirebbe, perché sarebbe costretto a lavorare sul serio.
Ecco che in Italia sbuca fuori il fantasma della crisi di governo; già la maggioranza e’ risicata, di fronte ad una eventuale nuova fiducia in Parlamento chissà se Berlusconi si salverebbe ancora. Forse siamo proprio arrivati alla fine del regno. Anche se in politica, mai dire mai.
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