Le tensioni interne, il rischio di implosione da un giorno all’altro e, ultima in ordine di tempo, la pioggia di critiche arrivata dal presidente del Senato Renato Schifani hanno imposto ad Angelino Alfano, ma soprattutto a Silvio Berlusconi, di convocare d’urgenza un ufficio di presidenza del partito per provare a fare chiarezza sul futuro del Pdl e sull’atteggiamento da tenere nei confronti del governo. In questo quadro spunta anche l’ipotesi di primarie, cosi’ come chiede a gran voce Giuliano Ferrara.
Raccontano che i toni della lettera del presidente del Senato siano stati poco graditi a palazzo Grazioli, anche se la missiva del presidente di palazzo Madama, spiegano diversi dirigenti pidiellini, è stata – pare – il frutto di un giro di contatti tra l’ala piu’ moderata del partito (Gianni Letta in testa) preoccupata che la linea ondivaga del Pdl nei confronti dell’esecutivo possa danneggiare il governo facendo ricadere le colpe proprio sul partito del Cavaliere. Anzi, piu’ di qualcuno e’ pronto a giurare che la lettera di Schifani abbia avuto l’avallo anche del Quirinale, preoccupato che le tensioni del Popolo della Liberta’ possano indebolire l’esecutivo in un momento delicato e alla vigilia di un vertice europeo carico di attese.
Il rischio pero’ e’ che domani la riunione possa trasformarsi nel solito sfogatoio, anche se a differenza di altre volte, sia il Cavaliere che lo stesso ex Guardasigilli non potranno cavarsela con delle semplici rassicurazioni. La richiesta che sara’ avanzata domani e’ di capire cosa fare in futuro per evitare la debacle di un partito ai minimi storici nei sondaggi.
Ed e’ intorno a questo quesito pero’ che, fuori dall’ufficialita’, sembrano ormai registrarsi delle distanze tra Berlusconi ed Alfano. Appare ormai chiaro infatti che il Cavaliere ed il segretario abbiano due idee diverse su quali debbano essere le prossime mosse. L’ex premier non rinuncia all’idea di liste civiche con cui provare ad attrarre gli elettori delusi, il Guardasigilli invece ha come primo obiettivo la ‘rifondazione’ del partito. Domani pero’ entrambi metteranno da parte le divergenze per serrare i ranghi e ricompattare un gruppo dirigente lacerato. Una delle proposte che domani sara’ discussa e’ quella di convocare un congresso (idea discussa da Alfano con i dirigenti) con l’obiettivo di rilanciare il Pdl e legittimare la figura del segretario. L’idea pero’ vedrebbe l’ostilita’ dell’ex premier, poco incline a manifestazioni di puro apparato politico. Ecco perche’ l’altra strada che potrebbe segnare la ‘svolta’ nella riunione di domani e’ la convocazione a settembre delle primarie per leadership del Pdl, sul modello del Pd. Un’ipotesi che non dispiace al Cavaliere: il nostro candidato e’ ovviamente Alfano – e’ il ragionamento – ma coinvolgendo le persone il segretario avra’ anche una legittimazione popolare.
L’intenzione dell’ex capo del governo, raccontano i fedelissimi, e’ quella di ascoltare il gruppo dirigente per poi tirare le somme della discussione. Nella mente dell’ex premier l’obiettivo e’ quello di riunire i moderati. Ma il Cavaliere ribadira’ la necessita’ di accelerare i tempi per rilanciare il partito ed esser pronti a tutto, anche all’idea che si possa andare a votare in autunno. Un’ipotesi che Berlusconi per primo scongiura tenendo conto della crisi economica e dell’instabilita’ dei mercati che coinvolge anche le sue aziende, anche se il Cavaliere sa bene che rimanere a lungo nel limbo non giova al partito. Ecco perche’ domani si discutera’ dell’atteggiamento da tenere nei confronti del governo. Monti non sara’ messo in discussione ma il Pdl dovra’ decidere che linea tenere sui provvedimenti dell’Esecutivo in discussione in Parlamento. Nel mirino c’e’ la riforma del mercato del lavoro, provvedimento mal digerito dai pidiellini pronti a chiedere ulteriori modifiche prima dell’ok dell’Aula della Camera.
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