Credo quia absurdum significa letteralmente: io credo perché è assurdo. Quinto Settimio Fiorente Tertulliano apologeta del II secolo diceva che i dogmi della religione cristiana vanno sostenuti con convinzione tanto maggiore quanto meno sono comprensibili alla ragione. Egli fu sicuramente un predecessore di Soren Kierkegaard che nel1844 sostenne che la fede fosse un paradosso, uno scandalo, ma proprio per questa indecifrabilità assolutamente credibile razionalmente. La fede si tramuta in un qualcosa non di aprioristico ascetico inspiegabile, ma dedotto scientificamente dall’assurdità dei fatti.
Ergo, in Berlusconi, credo quia absurdum.
Ma vi pare che uno dei più ricchi industriali del mondo, con una marea di soldi, con televisioni, giornali, castelli, aerei, isole, ville, nelle quali può giocare a fare il Sultano con tutte le più belle, giovanissime e disponibili Pin up di tutte le razze, tra musiche balli e canti spensierati, in incontri con suoi potenti amici di tutto il mondo (tranne Della Valle), senza la Ilda Boccassini… ebbene, vi pare che “uno”, con tutto questo bendiddio a disposizione, perde tempo a mettersi a litigare con Peppone Bersani, con Suor Bindi, con Franceschini, Di Pietro, Vendola…, se non è proprio fuori di testa?
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