Silvio Berlusconi, in un’intervista al Tg1, conferma ciò che da giorni era nell’aria: si ritorna a Forza Italia, il Popolo della Libertà “resterà come coalizione dei partiti del centrodestra”. Dunque un ritorno alle origini, allo spirito del ’94, non solo attraverso un cambio di nome e di logo – “l’acronimo PdL non emoziona più” – ma anche, e si spera che davvero sia così, passando da un rinnovamento interno al partito e ai suoi dirigenti. Anche se, al vertice del partito, ci sarà ancora lui, intramontabile e insostituibile: “Temo che sarò chiamato ad essere ancora una volta il numero uno”, dichiara il Berlusca.
Il Cavaliere durante l’intervista spiega anche che il PdL continuerà a sostenere con convinzione il governo Letta: “Le dichiarazioni di qualche esponente del Pdl devono essere intese come uno stimolo a fare di più”. Ma l’appoggio all’attuale esecutivo continuerà ad essere leale.
Per quanto riguarda la recente sentenza di condanna nei suoi confronti, nell’ambito del processo Ruby, Berlusconi afferma: “Si cerca di portare a conclusione la guerra dei 20 anni contro Berlusconi”. Secondo Silvio la sentenza Ruby “è grottesca”, visto che “c’è una concussione con un concusso che nega di averla subita, c’è un’induzione alla prostituzione con una indotta che nega di aver avuto alcun rapporto”. Non solo: “per arrivare a quella sentenza il collegio ha dovuto invitare la procura a sottoporre ad indagine 32 testimoni a favore”. E’ davvero “una cosa che non si è mai vista”, commenta l’uomo di Arcore, che fra le altre cose torna anche sulla vicenda del Lodo Mondadori: “il danno l’ho subito allora io, perché per un intervento politico dovetti cedere a De Benedetti e compagnia bella la Repubblica, l’Espresso, 18 giornali e addirittura una cartiera che era della Mondadori”. Quello della giustizia, Berlusconi ne è convinto, “è un settore nel nostro Paese che ha bisogno di una profonda riforma”.
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